CATANZARO, 21 FEB 2017 – Una tavola rotonda sull’integrazione e la multiculturalità declinate concretamente nel quotidiano, arricchita dagli interventi dei bambini, si è tenuta questo pomeriggio al convitto ‘Galluppi’. L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Tribunale per la Difesa dei Diritti del Minore, in sinergia con Una rete a sostegno del bambino fragile, con il sostegno di Fondazione con il Sud, e la collaborazione di Asim (Associazione Immigrati), Associazione ‘Multicolore’ – Centro servizi immigrati, istituto ‘P. Galluppi’.
L’incontro si è articolato in 3 momenti: la presentazione del questionario somministrato a 150 stranieri presenti a Catanzaro e in provincia, l’illustrazione del progetto che ha coinvolto le quarte classi della scuola primaria del ‘Galluppi’ e gli interventi degli stessi bambini (a cura delle insegnanti), la testimonianza di Abdellah e Mohammed, due studenti egiziani che prestano attività di volontariato nell’Associazione Diritti del Minore e che si sono detti contenti di partecipare alle attività che rallegrano i bambini in ospedale.
La vicepresidente dell’associazione, Filomena Monica Paone, ha evidenziato l’importanza delle iniziative che, ha fatto notare, confermano ciò che l’organizzazione di volontariato sostiene da tempo: fare integrazione ogni giorno è possibile.
Sono intervenuti, inoltre, la mediatrice culturale Lacramioara Curta, la psicologa Roberta Aloe, il mediatore culturale Mamoon Zangarìa (operatori dell’Associazione Tribunale per la Difesa dei Diritti del Minore), l’insegnante Pina Durante, la presidente dell’associazione Multicolore Mihaela Mihai.
Il progetto ‘Insieme si può’ che ha coinvolto l’istituto ‘Galluppi’ – La psicologa Roberta Aloe e il mediatore culturale Mamoon Zangarìa hanno curato e presentato il progetto che ha coinvolto quasi 100 bambini, studenti delle quarte classi elementari del convitto Galluppi. Per la scuola, le referenti sono state la vicepreside Valentina Paonessa e le insegnanti – Rita Giroldini (referente progetti esterni) Pina Durante (referente progetti interni).
Il progetto, tra l’altro, ha inteso sensibilizzare i più piccoli all’accoglienza dell’altro, al rispetto e alla comunicazione. I due operatori dell’associazione hanno coinvolto attivamente gli studenti a partire da caratteristiche peculiari, immagini, lingue e bandiere dei paesi di provenienza di alcuni loro compagni. I bambini sono stati chiamati, tra l’altro, a personalizzare delle sagome, uguali nella forma, ma diverse nei colori e a scrivere in quale paese vorrebbero vivere e perché. Inoltre, hanno visto un breve filmato, sono intervenuti al circle time, hanno imparato le diverse gestualità dei diversi paesi.
I bambini hanno continuato a lavorare insieme alle insegnanti e oggi pomeriggi hanno declamato poesie, alcune scritte da loro stessi, illustrato cartelloni, letto le loro lettere. Il comun denominatore: il rispetto dei diritti e della diversità.
Il questionario – Somministrato a 150 stranieri presenti a Catanzaro e provincia, il questionario è stato curato dalla sociologa Paola Marchio e dalla mediatrice culturale Lacramioara Curta che ha sintetizzato i risultati. Le domande hanno cercato di rilevare bisogni, condizioni di vita e livello di integrazione dei migranti.
L’89% degli intervistati risiede a Catanzaro, il 2% a Squillace. Il 46% sono marocchini, il 19% rumeni, l’11 % filippini, gli altri provengono, tra gli altri paesi, da Nigeria, Bielorussia, Ucraini. Il 47% è di madrelingua araba, il 20% rumena, il 13% filippina. Il 58 % parla l’italiano, il 75% ha imparato autonomamente la lingua italiana. Il 43% ha vissuto a Catanzaro dai 6 ai 10 anni.
Tra i problemi incontrati nella ricerca di un lavoro, il 19% ha menzionato la qualifica, il 18% lingua e contratto di lavoro a tempo determinato, il 16% discriminazione. Il 50% ha il diploma, il 18% la laurea, ma il 79% non vede riconosciuto il titolo di studio.
Per tutti è importante avere e frequentare amici italiani, per il 97% condurre uno stile di vita italiano, per il 45% avere il diritto di votare. Il 27% ha avuto difficoltà a trovare una casa in affitto , 44% un prestito in banca, il 39% ha risposto che è difficile aprire un conto in banca nel nostro paese. Il 60% sente di essersi integrato abbastanza, il 68% non è mai stato insultato perché straniero, il 33% qualche volta ha ricevuto insulti. Tra le maggiori paure, le malattie (22%) e il licenziamento (18%).
Rita Paonessa