Corruzione, truffa e abusi sugli animali a Catanzaro: 11 arresti

UMG
Umg, campus universitario Catanzaro

Un’inchiesta ha portato all’arresto di 11 persone, tra cui l’ex rettore dell’UMG di Catanzaro e vertici dell’Asp, accusati di aver gestito un sistema illecito di favori in cambio di fondi per la ricerca, maltrattando e uccidendo animali nei laboratori universitari

Uno scandalo di proporzioni allarmanti ha investito l’Università Magna Graecia di Catanzaro e l’Azienda sanitaria provinciale (Asp) del capoluogo calabrese. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza, su ordine della Procura, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone, tra cui figure apicali dell’università e dell’Asp. Le accuse variano da associazione a delinquere a corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, fino a gravi episodi di maltrattamento e uccisione di animali.

Tra i principali indagati spicca il nome di Giovambattista De Sarro, ex rettore dell’Università Magna Graecia, attualmente agli arresti domiciliari. Stessa misura cautelare è stata applicata a Giuseppe Caparello, dirigente dell’Asp veterinaria.

Secondo gli inquirenti, le ispezioni nei laboratori universitari – nonostante le condizioni precarie delle strutture – avrebbero avuto sempre esito positivo, permettendo così all’ateneo di ottenere finanziamenti per la ricerca. Questi fondi, però, venivano gestiti in modo illecito, scambiati in alcuni casi con favori personali e professionali.

Per 11 indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre un dodicesimo è stato sospeso dall’esercizio delle pubbliche funzioni presso l’Asp di Catanzaro per un periodo di 12 mesi.

Contestualmente, il Gip ha ordinato il sequestro preventivo di due laboratori scientifici dell’Università Magna Graecia – gli stabulari – utilizzati per la sperimentazione sugli animali, strutture ritenute al centro del sistema illecito. Sotto sequestro anche la somma di 23.222,17 euro, ritenuta provento di truffa ai danni dello Stato.

Oltre agli arrestati, altre 21 persone risultano indagate e hanno ricevuto le relative informazioni di garanzia. Tra queste, dirigenti e dipendenti delle strutture coinvolte, il cui ruolo nella vicenda è al vaglio degli inquirenti.

L’operazione, che ha scoperchiato un sistema di malaffare e sfruttamento illecito, getta un’ombra sull’integrità di istituzioni cruciali come l’università e l’Asp, suscitando indignazione e preoccupazione nella comunità locale e nazionale.

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