La Corte d’Appello di Catanzaro ha concluso il processo di secondo grado a carico di 11 persone nell’inchiesta Borderland coordinata dalla Dda. L’operazione aveva messo sotto scacco la cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro e il clan autonomo dei Tropea di Cropani Marina che avevano vessato i villaggi turistici nella provincia di Crotone e Catanzaro, oltre a praticare estorsioni e traffico di droga.
La sostituta procuratrice generale, Raffaella Sforza, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, ma la corte ha emesso quattro condanne (tre ridotte rispetto al primo grado), cinque assoluzioni, una prescrizione ed una sentenza d’assoluzione dichiarata nulla.
Dalle indagini è emerso come i due gruppi criminali fossero riusciti ad infiltrarsi nel tessuto economico dell’area del Crotonese al Catanzarese, tormentando gli imprenditori con l’usura e l’erogazione abusiva del credito. Inoltre, è stata ipotizzata un’associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio politico-mafioso alle Amministrative del 2014 a Cropani, ma l’Appello ha smentito questa accusa.
Le condanne sono state inflitte a Vito Borelli (6 anni e 8 mesi di carcere), Massimo Zofrea (13 anni e 6 mesi), Maurizio De Fazio (6 anni e 8 mesi) e Rolando Russo (8 anni e 6 mesi). Le assoluzioni riguardano Gregorio Aiello, Salvatore Aiello, Antonio Bianco, Giovanni Colosimo e Francesco Greco. La prescrizione del reato di intestazione fittizia di beni è scattata per Salvatore Scandale, mentre Luigi Grimaldi andrà incontro a un nuovo processo davanti al Tribunale di Catanzaro.
L’operazione Borderland dimostra ancora una volta come la criminalità organizzata sia in grado di infiltrarsi nei tessuti economici delle regioni del Sud Italia. Questa vicenda evidenzia l’importanza di un costante e impegnativo lavoro delle forze dell’ordine per contrastare queste attività illecite e garantire la giustizia.
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