Cosenza: disarticolato un gruppo di pusher attivo nel centro storico (VIDEO)

COSENZA, 29 OTT 2018 – Alle prime ore dell’alba la Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal Gip del tribunale di Cosenza, nei confronti 13 persone.

I provvedimenti, riguardano soggetti ritenuti responsabili di detenzione, cessione di cocaina, hashish ed eroina,nonchè di estorsione.

Le indagini hanno permesso di smantellare un gruppo di spacciatori operante nel centro storico della città ed è partita nel dicembre 2016 in seguito alla morte di una donna deceduta per overdose.

Ulteriori dettagli verranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà presso la Procura della Repubblica alle ore 10.30 odierne.

AGGIORNAMENTO:

Alle prime ore odierne, al culmine di articolate indagini, supportate da presìdi tecnologici, condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica di Cosenza, guidata dal Procuratore dott. Mario SPAGNUOLO, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa in data 19.10.2018 dal G.I.P. presso il locale Tribunale su richiesta della predetta Procura della Repubblica, a carico di nr. 13 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di detenzione e cessione di cocaina, eroina e hashish (art. 73 del D.P.R. 309/90) ed estorsione (art. 629 c.p.).

Per 2 soggetti il G.I.P. ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere, per uno ha disposto la misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico (ma in mancanza di questo della custodia cautelare in carcere), per 6 soggetti la misura cautelare degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza e per altri 4 soggetti la misura del divieto di dimora nel comune di Cosenza.

Nel corso delle fasi conclusive è stata altresì eseguita una perquisizione nei confronti di una donna, indagata in stato di libertà per il reato di cui all’art. 73 D.P.R. 309/90.

L’indagine veniva avviata dalla Squadra Mobile di Cosenza nell’agosto 2016 a seguito di una perquisizione effettuata nel quartiere popolare di via Popilia di Cosenza presso l’abitazione di un soggetto, noto per avere precedenti specifici in materia di stupefacenti, durante la quale era stata trovata una certa quantità di sostanza stupefacente di tipo eroina nonché materiale per il confezionamento della stessa e denaro contante.

Una seconda indagine veniva avviata a seguito del decesso, per overdose, di una donna di nazionalità straniera, avvenuto nel dicembre 2016 in questa Via Rivocati. Il successivo rinvenimento di sostanza stupefacente dello stesso tipo di quella che aveva causato la morte della donna durante una perquisizione effettuata nei confronti di un soggetto noto per annoverare precedenti specifici determinava l’immediato avvio di un’attività di indagine nei suoi confronti.

Le due citate attività investigative venivano però presto riunite in quanto si rilevavano diversi punti di contatto tra esse: lo sviluppo di dette indagini, grazie alle diverse intercettazioni telefoniche, ambientali, alle perquisizioni e ai conseguenti sequestri, ha così consentito di far piena luce sull’esistenza di un gruppo di persone, locali e con precedenti specifici, che di fatto rifornivano di sostanza stupefacente la cittadina bruzia ed il suo hinterland.

Molti gli episodi di spaccio effettivamente cristallizzati dalla Squadra Mobile che, con appostamenti e pedinamenti, in diverse circostanze riusciva ad intervenire tempestivamente procedendo al sequestro delle diverse singole dosi di sostanza stupefacente.

In più occasioni venivano anche acquisite le dichiarazioni degli acquirenti ed assuntori che “certificavano” il quadro probatorio a carico degli odierni indagati.

Le cessioni avevano luogo maggiormente presso le abitazioni degli spacciatori e/o per le vie cittadine previi incontri “lampo” fissati telefonicamente e dal contenuto, peraltro, fortemente criptico.

Le investigazioni consentivano comunque di raccogliere numerosi elementi di responsabilità penale nonostante gli indagati, in alcune circostanze, a seguito di riscontri precedentemente effettuati, cambiassero completamente le loro modalità operative e le schede telefoniche.

A rendere più complessa l’attività di investigazione vi era poi la particolare conformità dei luoghi oggetto di indagine ove anche il mero accesso e/o transito con autovetture di servizio provocava l’immediata sospensione di qualsivoglia attività.