Covid-19 Milano, la protesta dei bauli in P.zza Duomo

Bauli in piazza (fonte: Huffingtonpost)

Se si pensa ai bauli questi rimandano a malinconiche vecchie soffitte e magari a ricordi legati alla famiglia d’origine. Invece, almeno stavolta, il baule ha un simbolo diverso e per niente tranquillizzante. Nessuna vecchia foto, nessun giocattolo malconcio o diari da sfogliare.

Il coronavirus – si sa – ha sconvolto la vita di molti, soprattutto a livello lavorativo. C’è chi è riuscito a impattare le conseguenze con il cosiddetto “smart working” (locuzione errata e inconsistente per definire il lavoro a distanza), c’è chi ha dovuto cambiare settore, c’è ancora chi invece ha subito solo i disastri perdendo il lavoro con tutte le conseguenze del caso.

Perché si parla poco dei lavoratori del mondo dello spettacolo e del fatto che, nella sostanza, con le restrizioni imposte dai governi è impossibile svolgere anche la mansione minore?

Il malcontento e la sfiducia serpeggia da tempo negli ambienti legati agli spettacoli, soprattutto live. Cinema e teatri, e di conseguenza concerti, spettacoli con il pubblico, hanno subito uno stop forzato e immediato. Le soluzioni non ci sono: tanti concerti sono stati spostati a giugno 2021. Sì, ma nel frattempo che fa un padre di famiglia che di mestiere fa il tecnico in un teatro o a servizio dei Live di piccoli e grandi artisti? Un turnista per chi suona se su un palco non si può salire?

Ieri, sabato pomeriggio appena passato, cinquecento bauli si sono schierati in piazza Duomo a Milano per denunciare silenziosamente la crisi in cui versa il mondo dello spettacolo. Dallo scoppio della pandemia a oggi è prevalso il silenzio anche della stessa categoria che ha atteso invano uno sviluppo a suo favore.

La protesta dei bauli reclama “Un unico settore, un unico futuro

In piazza, uno striscione recita “Un unico settore, un unico futuro” accanto alle classiche casse contenenti la strumentazione d’obbligo all’allestimento degli spettacoli dal vivo. Oggi quelle stesse casse sono vuote in segno di protesta. Migliaia gli operatori del settore (artisti, organizzatori di eventi, facchini e tecnici), tutti appositamente vestiti di nero, come in segno di lutto, sono stati presenti in rappresentanza dei 570mila lavoratori del mondo dello spettacolo a rischio. 

Saturnino Celani è un musicista e anche un imprenditore italiano. Lui è stato tra i primi a diffondere, tramite social, le immagini dello “spettacolo” sicuramente di forte impatto. La manifestazione “Bauli in piazza” è iniziata alle 17, silenziosa e composta, per ricordare che anche il silenzio – in musica – ha la sua valenza.

La finalità della protesta è stata ed è quella di chiedere al Governo nuove regole al fine di sostenere, anche a livello economico, la ripartenza di eventi, spettacoli e fiere.

Nessun rumore“, verrebbe da citare Lucio Battisti, solo gli applausi per darsi forza l’uno con l’altro. In piazza ci sono quei lavoratori che si augurano di ritornare presto a intrattenere il pubblico durante gli spettacoli dal vivo. E ce lo auguriamo pure noi.

La Redazione di Calabria Magnifica è solidale a chi lavora nel settore dello spettacolo e si augura che vengano presi provvedimenti al più presto.