Il provvedimento, firmato dal Pm Gaetano Bono, riguarda alcune presunte violazioni paesaggistiche ed è stato disposto con un decreto d’urgenza dalla Procura che ne ha fermati i lavori di costruzione, interrompendo la lottizzazione ritenuta abusiva così da tutelare la bellezza di un’area fino ad oggi rimasta intatta.
Gli indagati sono ben otto, tra cui due dirigenti del Comune, uno della Provincia, il Soprintendente ed un dirigente della stessa Soprintendenza e, naturalmente, i due imprenditori ed il direttore dei lavori.
I reati Ipotizzati, infatti, non si limitano alla violazione di norme paesaggistiche ma si estendono alla condotta degli amministratori pubblici che, con una serie di abusi d’ufficio, avrebbero rilasciato un permesso a costruire che non poteva essere autorizzato.
Per la Procura insomma la struttura sarebbe un vero e proprio villaggio turistico e non un agriturismo-campeggio articolato in bungalow. Dunque, il Comune di Crotone in particolare non avrebbe mai potuto rilasciare il permesso di costruire e nemmeno lo avrebbe annullato dopo avere scoperto che i costruttori non erano imprenditori agricoli professionali e proprietari del terreno, agendo con un contratto (ritenuto falso) col proprietario che era già morto all’epoca della domanda.
Vi sarebbero poi degli abusi d’ufficio da parte della Provincia e della Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici che non solo non avrebbero potuto rilasciare le rispettive autorizzazioni, ma in seguito non le avrebbero nemmeno annullate.
Indagato anche il Soprintendente ai beni Paesaggistici a cui vengono contestate le false attestazioni ed il falso ideologico in atto pubblico avendo comunicato al Ministero che tutti i bungalow erano già stati realizzati quando, in realtà, uno solo era stato costruito, parzialmente e come riparo per gli attrezzi del cantiere.