Trovati 296 panetti di hashish nascosti in un cartone proveniente dalla Cina, per un ipotetico guadagno illecito di oltre 300.000 euro
Nel corso di una serie di controlli ai passeggeri e ai veicoli in transito sullo Stretto, i finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno arrestato un cittadino straniero di origine albanese, residente in provincia di Mantova, appena sbarcato dalla Calabria con una notevole quantità di droga a bordo della sua auto, tra cui una consistente quantità di hashish.
L’uomo aveva dichiarato di recarsi nel Ragusano per intraprendere un rapporto di lavoro presso un’azienda agricola, ma la sua situazione ha destato sospetti tra i finanzieri. Viaggiava su un’auto noleggiata senza bagagli e questa circostanza ha spinto gli agenti a effettuare un controllo più approfondito. Il fiuto del cane antidroga Edipo ha giocato un ruolo cruciale nel rinvenimento della droga, celata in un borsone nel bagagliaio dell’auto.
Il narcotico, accuratamente confezionato all’atto della spedizione, era nascosto in un cartone dichiarato contenere “caffettiere” proveniente dalla Cina. All’apertura del pacco, è emerso che al suo interno vi erano ben 296 panetti di hashish, ciascuno del peso di circa un etto, avvolti con nastro per imballaggi. Gli involucri presentavano due loghi distinti sulla superficie esterna, presumibilmente adottati per identificare la qualità della sostanza.
Le analisi chimiche eseguite sui campioni di droga presso i laboratori dell’Università di Messina hanno confermato l’alto principio attivo della sostanza stupefacente. Questa scoperta avrebbe potuto consentire la produzione di 324.864 dosi, con un valore stimato di oltre 300.000 euro, destinate al mercato gestito dalla consorteria criminale.
L’indagato, già gravato da precedenti penali per reati legati agli stupefacenti nella zona di Piacenza, è stato tratto in arresto e trasferito presso la casa circondariale di Gazzi. La sua detenzione è stata disposta in attesa delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria di Messina, mantenendo il principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, come prescritto dalla legge.
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