Alberto Matano è un famoso conduttore e giornalista RAI. Forse non tanti italiani lo sanno, ma la sua città di nascita è Catanzaro e la sua famiglia è abbastanza nota in città. Non che ciò costituisca un merito, ma la cronaca ci fa conoscere anche un’altra faccia della città di Catanzaro.
Molte testate giornalistiche si stanno occupando di Matano perché, durante la sua trasmissione televisiva “La vita in diretta”, il conduttore – commentando l’affossamento del DDL ZAN – ha fatto il cosiddetto coming out, confessando che da adolescente è stato anche lui vittima di bullismo e di omofobia.
Il conduttore ha quindi aperto una parentesi molto privata che riguarda il suo passato adolescenziale, non senza apparire sentito e commosso. Dopo un servizio che riguardava bullismo, omofobia e violenza, ha confessato che anche lui è stato vittima di discriminazione.
Ci sono stati altri personaggi dello spettacolo che hanno criticato, anche aspramente, l’affossamento del DDL. Ha fatto clamore l’affermazione di Antonella Clerici, definendo l’Italia un Paese che ha vinto tutto, ma per i diritti civili l’Italia ha perso una grande occasione.
Indipendentemente dalle posizioni politiche è assolutamente da rispettare chi, avendo vissuto direttamente, discriminazioni e violenza, si dichiara deluso e fortemente contrariato di scelte politiche che però coinvolgono la vita di cittadini che non si sentono protetti. Ed è assolutamente giustificabile chi, anche senza avere subito violenza e discriminazione, si sente solidale, convergendo sul fatto che il DDL ZAN avrebbe garantito più tutele da parte delle istituzioni.
Ricordiamo che il DDL ZAN, prevedeva anche la tutela dei diritti dei portatori di handicap. Una categoria che raramente viene citata quando si parla della legge.
Alberto Matano: “Mi auguro che ci possa essere una riflessione”
Il conduttore catanzarese ha colto il malcontento di tanti italiani. Grazie alla sua posizione e alla sua popolarità, ha potuto lanciare un messaggio molto forte. Visibilmente commosso, ha commentato: «Storie come queste mi fanno particolarmente male. Perché è successo anche a me quando ero adolescente. Ho provato sulla mia pelle, so cosa significa. Mi auguro che con il contributo di tutti, su un tema così importante, ci possa essere un supplemento di riflessione. Lo dobbiamo anche a quelle persone che abbiamo appena visto.»
Aldo Busi, famoso scrittore italiano, notoriamente senza peli sulla lingua, scriveva: “Gli omosessuali mica esistono, esiste il problema dell’omofobia, esistono i dementi che sindacano sulla sessualità altrui che non corrisponde alla loro, come se la loro fosse la Verità Naturale mentre è solo la verità del coglione.”
Purtroppo, le discriminazioni portano sempre alla violenza perché è la stessa discriminazione una violenza, fisica o psicologica che sia. Occorrerebbe riflettere molto su questo tema che è di molta attualità. Da sempre.
“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”, di coloro che sfogano frustrazioni e vite misere. Significa ignoranza, debolezza umana. La discriminazione non risolve i conflitti, ma ha invece drammatiche conseguenze, a volte tragiche.
L’omofobia e la discriminazione non vanno mai giustificate, ma sono un po’ la retorica dei tempi in cui viviamo.
Indipendentemente dal coming out di Matano, mi viene in mente una frase di Tullia Zevi.
La giornalista che visse il periodo del nazismo ha scritto: “Bisogna ricordare che insieme ai sei milioni di ebrei, sono morti centinaia di migliaia di zingari, di omosessuali, di intellettuali e anche di oppositori politici del regime fascista, sia religiosi, sia laici. Ci si deve rendere conto di cosa rappresenta la presa di potere di un regime dittatoriale e si deve amare e rispettare questa democrazia che con tanta fatica abbiamo conquistato.”
La domanda nasce e ci chiediamo: siamo degli ingenui se pensiamo che democrazia significa anche la tutela dei diritti?
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