Una dottoressa della guardia medica di Cessaniti è stata vittima di un brutale attacco durante una visita domiciliare a un presunto paziente con problemi respiratori
Nel Vibonese si è verificato un nuovo episodio di violenza ai danni di un operatore sanitario. La vittima, una dottoressa trentenne identificata come E. D. e in servizio presso la Guardia Medica di Cessaniti, sarebbe stata aggredita durante una visita domiciliare. L’incidente, riportato dal quotidiano locale II Quotidiano del Sud, si è verificato nella notte tra domenica e lunedì scorsi.
La dottoressa ha riferito ai carabinieri, a cui si è rivolta per denunciare l’accaduto, di essersi recata nella frazione Pannaconi per assistere un sessantenne che lamentava problemi respiratori e palpitazioni elevate. Preoccupata per la possibilità di un infarto in corso, ha parlato con la moglie dell’uomo, già conosciuto alle forze dell’ordine, convincendola della necessità di intervenire immediatamente.
Arrivata nell’abitazione, accompagnata in auto dalla madre, la dottoressa è stata accolta dal presunto paziente, il quale, a sorpresa, non sembrava affatto sofferente. Dopo aver effettuato un’attenta anamnesi e controllato i parametri, tutti risultati nella norma, la dottoressa ha raccontato di essere stata improvvisamente aggredita e trascinata in una stanza buia. «Improvvisamente lui mi afferra da dietro, mi mette la mano sulla bocca e mi trascina verso una stanza attigua, completamente buia. Ho iniziato subito a gridare come una pazza ma lui mi ha ficcato le dita in bocca, tirandomi dolorosamente la guancia e bloccandomi il braccio destro», ha dichiarato la dottoressa al Quotidiano.
A quel punto, temendo ulteriori atti violenti, ha reagito con forza, urlando e difendendosi a calci e con la borsa di servizio. Grazie a questa reazione coraggiosa, è riuscita a liberarsi e fuggire, cadendo sulle ginocchia e battendo la testa prima di salire in auto e allontanarsi. Successivamente ha avvisato i carabinieri, che hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto.
La dottoressa, giunta in pronto soccorso in stato di agitazione, ha ricevuto una prognosi di sette giorni. Il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Vibo Valentia, Antonino Maglia, ha condannato duramente l’episodio, evidenziando l’importanza di garantire la sicurezza degli operatori sanitari e chiedendo misure adeguate per prevenire simili violenze in futuro. La comunità locale e le istituzioni sono chiamate a riflettere su come tutelare chi quotidianamente si dedica alla cura della salute al servizio della collettività.