Due agenti della penitenziaria aggrediti nel carcere di Rossano

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Aggressione nel carcere di Rossano: due agenti della polizia penitenziaria feriti da un detenuto psichiatrico, mentre il sappe richiede interventi urgenti per garantire sicurezza e riforme

CORIGLIANO-ROSSANO (CS), 26 SET 2024 – Ieri mattina, all’interno del carcere di Rossano, si è verificato un grave episodio di aggressione ai danni di due agenti della Polizia Penitenziaria. L’aggressore è un detenuto con significativi problemi psichiatrici, già classificato come un detenuto di media sicurezza. Questo individuo, recentemente riammesso nel penitenziario dopo una settimana di ricovero presso l’ospedale di Cetraro per un trattamento sanitario obbligatorio, ha attaccato gli agenti mentre si dirigeva al passeggio.

Secondo quanto riportato da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale, uno degli agenti ha subito ferite significative, compresi segni di strangolamento sul braccio sinistro, al petto e al collo. A causa della grave carenza di personale, gli agenti non sono stati in grado di recarsi in ospedale e hanno ricevuto le prime cure nella locale infermeria, prima di proseguire con il loro servizio.

Il Sappe ha ribadito l’urgenza di ripristinare ordine e sicurezza all’interno delle carceri italiane, sottolineando che i detenuti affetti da disturbi psichiatrici dovrebbero ricevere cure adeguate in strutture specializzate piuttosto che in un contesto penitenziario. In particolare, il sindacato fa riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2022, che ha sollecitato il Parlamento a rivedere la legge che ha portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, sostituiti dalle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza).

Secondo la Corte, i malati psichiatrici in carcere non ricevono un’adeguata assistenza sanitaria, contribuendo così a situazioni di rischio per la sicurezza di agenti e detenuti. Infine, il Sappe propone che la gestione delle REMS sia sotto la supervisione del Ministero della Giustizia, evidenziando la necessità di un approccio statale nella gestione di misure che limitano la libertà personale.

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