A causa di forti piogge, si è verificata un’ampia diffusione di allagamenti nelle regioni delle Marche e dell’Emilia Romagna. Il fiume Savio è straripato nel centro di Cesena, portando all’evacuazione di 901 persone. La maggior parte delle evacuazioni sono state precauzionali a causa dei fiumi in piena e delle frane, come è successo a Novafeltria. In Emilia Romagna, un totale di 900 persone sono state evacuate, con strutture allagate e fiumi al massimo della capacità o in piena. A Cesena, le persone sono state costrette a cercare rifugio sui tetti.
Anche Marche e Abruzzo stanno affrontando frane e fango, mentre in Veneto il ritorno dell’alta marea ha reso necessario alzare nuovamente le barriere del Mose.
Le avverse condizioni meteorologiche hanno anche colpito Riccione, dove il pronto soccorso dell’ospedale è stato allagato. Il ciclone tunisino proveniente dal Nord Africa continua a causare danni in tutto il paese. Secondo le previsioni, le forti piogge e le basse temperature continueranno almeno fino a giovedì, quando è previsto un momento di tregua.
La situazione più critica si osserva lungo le coste e nelle colline della Romagna, tanto che la Protezione Civile ha dichiarato l’allerta rossa per i rischi idraulici e idrogeologici nelle prossime ore.
Da Bologna a Rimini, dove le scuole saranno chiuse come in molte altre parti d’Italia, le autorità locali si stanno confrontando con una “situazione molto difficile”. La popolazione è stata invitata a evitare di circolare nell’area di Riccione, dove tunnel, ponti e molte strade sono impraticabili. Sui social media sono già circolate immagini di persone che utilizzano materassini gonfiabili con remi per attraversare la città da una parte all’altra. In Emilia-Romagna, dieci fiumi hanno superato la terza soglia di allerta, e a Cesena il fiume Savio ha raggiunto “livelli mai visti”. Di conseguenza, alcuni residenti sono stati costretti a cercare rifugio sui tetti e sono stati recuperati tramite elicotteri. Finora, 900 persone sono state evacuate nella regione a causa delle avverse condizioni meteorologiche, con più della metà di esse nell’area di Ravenna. Il Comune ha anche emesso istruzioni specifiche, invitando circa 5.000 residenti delle zone più vicine al fiume Savio a spostarsi dai piani terra.
Nella serata, il fiume Montone è straripato anche a Forlì. Due punti critici includono la confluenza con il torrente Rabbi, dove vaste aree del parco urbano Franco Agosto sono state allagate, e poco distante dal ponte di Schiavonia, dove il fiume ha allagato alcune strade e reso inagibili le case ai piani terra. Circa 80 persone che abitano in quella zona sono state accolte nel punto di soccorso allestito dalla protezione civile. La situazione rimane estremamente critica poiché il livello dell’acqua del fiume continua a salire, seppur lentamente.
A causa del maltempo, la circolazione ferroviaria è stata sospesa su tratti di alcune linee che collegano Bologna (dove il torrente Ravone è nuovamente straripato) o Ferrara a Rimini.
Tra le strutture evacuate a scopo precauzionale vi è anche il paddock dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola. Finora non si sono verificati allagamenti, ma le autorità continuano a monitorare la situazione. Attualmente, non sembra che il Gran Premio di Formula Uno, programmato dal 19 al 21 maggio, sia a rischio. L’allerta per frane e allagamenti si estende anche alle città adriatiche più a sud. A Pesaro, nelle Marche, si sono verificate alluvioni a causa dello straripamento disperso del torrente Genica che attraversa la città, mentre si prevede l’arrivo dell’onda di piena del fiume Foglia proveniente dall’entroterra. Nella provincia sono state segnalate diverse cedimenti stradali che hanno causato problemi alla circolazione e chiusure. Nel centro di Senigallia, in provincia di Ancona, la piena del fiume Misa non ha provocato ulteriori danni, ma gli esercizi commerciali sul lato del fiume rimangono chiusi al momento, e rimane in vigore l’ordinanza per i residenti di rimanere ai piani alti delle abitazioni. Anche l’Abruzzo presenta problemi, in particolare nell’entroterra della provincia di Pescara, dove le strade sono state invase dal fango e la viabilità è andata in tilt. È stata chiusa al traffico anche la golena nord del fiume Pescara, che ha già superato la soglia di allarme.
Anche i fiumi Alento e Osento sono in “codice rosso” nella regione, secondo i livelli idrometrici della rete. Le piogge torrenziali si sono abbattute anche nel nord. In Friuli Venezia Giulia sono state registrate oltre cento richieste di intervento per danni o situazioni di pericolo causati dai forti venti. Nel Veneto, dopo diverse settimane di assenza, l’acqua alta è tornata a Venezia, con il centro maree del Comune che ha registrato un picco massimo di 110 centimetri. È prevista l’attivazione del sistema di barriere mobili del Mose per proteggere la città.