Tentata estorsione su indennità di accompagnamento: padre e figlio, arrestati a Catanzaro per aver minacciato di revocare il sussidio a un malato grave in cambio di 11.700 euro
Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di due persone, padre e figlio, quest’ultimo avvocato, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro. I due sono accusati di tentata estorsione ai danni di una coppia di coniugi, in particolare di un uomo gravemente malato.
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, ha portato alla luce gravi indizi che hanno giustificato l’emissione della misura cautelare. Le indagini, basate su acquisizioni documentali e intercettazioni, sono ancora nella fase preliminare, e il quadro accusatorio dovrà essere verificato in sede processuale, nel contraddittorio con la difesa.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i due coniugi si erano rivolti a uno degli indagati, che fino a poco tempo prima lavorava presso un patronato a Catanzaro, per ottenere assistenza nella richiesta dell’indennità di accompagnamento riconosciuta dall’INPS. L’uomo, però, avrebbe minacciato di far revocare l’indennità se non gli fosse stata versata una somma di 11.700 euro in contanti, corrispondente a quasi l’intero ammontare del sussidio.
L’ordinanza di custodia cautelare segna un passaggio importante dell’inchiesta, che mira a fare luce su un presunto episodio di abuso di potere e tentata estorsione a danno di persone in condizioni di fragilità. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e sarà necessario attendere il corso del processo per chiarire definitivamente la responsabilità degli indagati.
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