Nella giornata di ieri, un detenuto affetto da patologie psichiatriche ha tentato l’evasione dalla Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro. Il detenuto era stato tradotto al Tribunale di Reggio Calabria per presenziare ad un’udienza e durante il viaggio di andata ha tentato di sottrarre l’arma ad un agente di scorta, aggredendo e strattonando un altro agente prima di fuggire.
Grazie all’intervento tempestivo della Polizia Penitenziaria, il detenuto è stato catturato poco dopo la fuga. Ma non finisce qua. Durante il tragitto di ritorno alla Casa Circondariale, il detenuto ha tentato di soffocarsi con il laccio delle manette. La scorta è intervenuta prontamente e ha messo in salvo il detenuto.
L’episodio mette in evidenza le sfide e i rischi a cui quotidianamente sono esposti gli operatori della Polizia Penitenziaria, in particolare quelli che si occupano di detenuti con problemi di salute mentale. La sicurezza, spesso trascurata, dovrebbe essere la priorità assoluta.
È importante sottolineare che il sistema penitenziario italiano necessita di una profonda riforma per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e garantire la sicurezza degli operatori. Gli agenti della Polizia Penitenziaria svolgono un lavoro impegnativo e spesso poco valorizzato, ma è grazie alla loro professionalità e dedizione che è possibile evitare incidenti e situazioni di pericolo.
Infine, è fondamentale che le istituzioni prevedano maggiori investimenti nella sicurezza e nella formazione degli operatori della Polizia Penitenziaria. L’episodio di ieri, dell’evasione e del tentato suicidio, rappresenta una chiamata d’allarme per il sistema penitenziario italiano, che necessita di un’azione immediata per garantire la sicurezza di tutti gli operatori e dei detenuti.