A conclusione di indagini avviate alcuni mesi fa dai finanzieri del comando Provinciale di Rovigo, nella giornata di ieri è stata data esecuzione ad un ordine di sequestro per circa 800.000 € emesso dalla Procura della Repubblica cittadina nei confronti di una start up operante nel settore ittico e trasformazione del pescato.
Esaminando i contributi ricevuti da diversi soggetti che hanno beneficiato dei contributi Regionali afferenti il “Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca” (F.E.A.M.P.) i finanzieri della tenenza di Adria hanno individuato una società – qualificatasi come “start up innovativa” – a forte contenuto
tecnologico, nell’ambito della quale sono state rilevate alcune anomalie.
Dagli accertamenti effettuati, infatti, sono state individuate diverse irregolarità nei requisiti di base necessari per poterla qualificare quale “Start-up innovativa” (per come definite dall’art. 25, comma 2 del D.L. n.179/2012), indispensabili per l’ottenimento delle agevolazioni previste.
In particolare, per ottenere ciò, i due rappresentanti legali che nel tempo si sono succeduti alla guida della start up e un altro socio avevano attestato falsamente di aver sostenuto spese in ricerca e sviluppo in misura corrispondente alle percentuali fissate dalla legge, di aver impiegato personale altamente qualificato e inoltre di essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale.
Il possesso fittizio di detti requisiti ha consentito l’iscrizione nella Sezione Speciale del Registro delle imprese e quindi di accedere ai finanziamenti garantiti dallo Stato tramite il Medio Credito Centrale.
Il particolare status, inoltre, ha ulteriormente permesso alla società di partecipare in condizione di assoluto vantaggio nelle procedure di accesso ai contributi Regionali erogati nell’ambito del F.E,A.M.P.. L’essere una start-up innovativa unitamente ad altre ulteriori attestazioni rivelatesi false nel corso delle indagini (gli amministratori hanno certificato di utilizzare pescato proveniente da acquacoltura biologica nonché da flotte pescherecce locali quando invece veniva utilizzato pescato proveniente dalla Grande
Distribuzione e comunque non proveniente da flotte locali) ha consentito alla società di collocarsi in posizione utile nelle graduatorie dei fondi regionali (a discapito di altre aziende) ottenendo così, indebitamente, risorse pubbliche.
Nel complesso la start-up ha potuto beneficiare di circa 1.000.000 di
€ di provvidenze. Dalle indagini inoltre è apparso evidente come la società, nata nel 2016, sia stata da subito inattiva fino all’anno 2018 in cui ha dato avvio alla produzione con scarsi se non nulli risultati economici.
A seguito delle indagini svolte sono state denunciate 3 persone, fra cui i 2 amministratori che nel tempo si sono succeduti alla guida della società, per i reati di truffa ai danni dello stato (art. 640 c. 2 c.p.) e favoreggiamento personale (art. 378 cp) ed al contempo è stato richiesto e concesso dall’A.G. un decreto di sequestro preventivo pari alle somme illecitamente percepite, eseguito nella giornata di ieri.
Anche questo intervento si colloca nel quadro delle iniziative a tutela dell’economia legale e della leale concorrenza fra le imprese, oltre che a tutela degli interessi erariali.