I dati elaborati dalla FAO per il Food Price Index non danno belle notizie alle famiglie, non solo italiane. Nel mese di settembre i prezzi delle derrate alimentari sono aumentati del 33% rispetto al 2020.
Ricorda un po’ il 2011 quando il prezzo del pane raggiunse livelli altissimi portando alle famose Primavere Arabe e alle rivolte del pane.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha registrato un aumento dei prezzi delle derrate alimentari per il terzo mese consecutivo, nel 2021.
L’agenzia delle Nazioni Unite avrebbe giustificato questi aumenti legandoli al rincaro dei prezzi dei cereali e degli oli vegetali. I raccolti dei grandi esportatori canadesi, russi e statunitensi sono stati esigui e hanno contribuito a far salire i prezzi del grano del 5%.
La FAO sottolinea il pericolo degli effetti di questa novità, sia a livello sociale che politico. A parte i paesi industrializzati dove il rincaro sicuramente non gioverà nel bilancio familiare, il malcontento potrebbe portare a proteste nei paesi più poveri e segnati dalla fame.
L’ex governo del Sudan, sciolto di recente durante un colpo di stato militare, ha dichiarato lo stato di emergenza. In diverse regioni, all’inizio del 2021, ci sono state proteste dopo per l’aumento dei prezzi del cibo.
L’indice dei prezzi della FAO è stato in media di 133,2 punti in ottobre, in aumento del 3% rispetto a settembre.
Cosa è il Food Price Index della FAO?
Come si legge nel sito della FAO: The FAO Food Price Index (FFPI) is a measure of the monthly change in international prices of a basket of food commodities. Tradotto significa: l’Indice FAO dei prezzi alimentari (FFPI) è una misura della variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti alimentari.
La FAO ogni mese monitora i prezzi di alcuni prodotti e dall’analisi si ottiene una percentuale. All’interno del paniere ci sono gli alimenti più comuni, facenti parte della dieta quotidiana.
Rientrano: il grano, il burro, la carne, l’olio, il latte, lo zucchero e altri generi alimentari necessari per l’alimentazione mondiale.
Sicuramente, una notizia simile non avvantaggerà quelle famiglie che già soffrono per questioni economiche dovute a perdita di lavoro o simili. Tra l’altro, questa ennesima spesa si aggiunge ai rincari delle bollette. Inutile girarci intorno: il risparmio sarà difficile e arrivare a fine mese, pure.