Mariastella Gelmini, in visita a Messina, ci riprova e riapre il capitolo infinito del sogno berlusconiano del Ponte sullo Stretto di Messina.
La capogruppo di Forza Italia ha dichiarato: “Credo che grazie anche alla vittoria di Jole Santelli in Calabria, quello del ponte sullo Stretto possa essere un tema da riprendere, anche perché è assurdo pagare delle penali per una mancata realizzazione. Quella del Ponte è sempre stata una battaglia che Berlusconi ha portato avanti. Sono curiosa di incontrare questa associazione favorevole al ponte sullo Stretto che tanto tiene a questa proposta e discuterne con loro per trovare iniziative comune”.
Ma la storia legata al tanto fantastico e fantasticato ponte è molto lunga e ha radici molto lontane, molto prima che Berlusconi si proponesse fautore dell’opera pubblica; il ponte ha visto, nel secolo scorso e durante il susseguirsi dei vari governi, proposte e progetti che auspicavano una sua realizzazione imminente e di cui abbiamo memoria. Ma ciò che la maggior parte della gente non sa è che l’alba dell’idea era quella di moltissimi anni fa.
Un progetto che si perde nella notte dei tempi
Non a caso, gli antichi romani ci avevano provato realizzando un ponte fatto di barche per far transitare le truppe e addirittura anche gli elefanti catturati durante le guerre puniche. Di questo ponte bizzarro ne narrava Plinio il Vecchio.
Epoca borbonica
Nei secoli successivi, tanti sono stati i tentativi di arrivare a creare un collegamento tra Calabria e Sicilia: da Carlo Magno a Ferdinando di Borbone, per esempio. Anche in altri periodi storici, la fantasia di volere costruire un ponte che collegasse le due coste era stata analizzata con l’intenzione di realizzarla seriamente. Ma i problemi legati agli eventi sismici e alle forti correnti marittime hanno fatto desistere chi proponeva il progetto, considerando anche l’enorme costo per un’eventuale realizzazione.
Primo Novecento
Anche nel periodo che va dall’unità di Italia alla Seconda guerra mondiale ci furono degli studi e delle proposte di ingegneri, ma i terribili terremoti che sconvolsero prima la Calabria e poi Messina fecero ricordare a tutti quanto fosse pericoloso realizzare un’opera ingegneristica di quella portata in una zona ad alto rischio sismico.
Dopo alcuni studi geologici, si pensò a un tunnel sottomarino in acciaio, ispirandosi al progetto di Napoleone per il tunnel sotto la Manica, ma ovviamente anche questo non ebbe seguito.
Dopoguerra: arrivano gli americani
Nel dopoguerra furono interpellati gli americani che avendo realizzato il famoso Golden Gate di San Francisco avrebbero potuto trovare una soluzione alle problematiche legate al territorio. Il progetto prevedeva un ponte che avrebbe superato in altezza lo stesso Golden Gate e si parlava di società americane disposte a finanziare l’opera, offrendo la garanzia del progettista, realizzatore del famoso ponte a San Francisco. Ma anche in quel caso, gli studi sulla sedimentazione delle coste portarono ad abbandonare la realizzazione.
Nel 1957 l’architetto Armando Brasini propose, senza alcun seguito, un progetto di ponte a più campate sospese su piloni emergenti da isole artificiali.
Negli anni Sessanta in poi si fondano le prime Società per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina
Negli anni più vicini a noi, è stato più volte ripreso e proposto il progetto della realizzazione del ponte sullo Stretto, fondando delle società al fine di studiare e progettare l’opera pubblica. E di proposte ne furono fatte tante, ma sono rimaste sospese nel nulla.
Nel 1982 il ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, Claudio Signorile, annuncia la realizzazione di “qualcosa in tempi brevi”. Due anni più tardi si ripresenta agli italiani con una data precisa: “Il ponte si farà entro il ’94”. Nel 1985 il presidente del consiglio Bettino Craxi dichiara che il ponte sarà presto fatto.
Negli anni Novanta, durante il suo primo governo, Berlusconi riprese nuovamente la questione del ponte. Nel 2001, i due principali candidati alla guida del governo, Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli, annunciarono durante la campagna elettorale per le elezioni legislative il loro sostegno politico alla proposta di costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Ma la Direzione investigativa antimafia mise il Parlamento italiano a conoscenza dei tentativi di Cosa nostra di interferire sulla realizzazione del ponte, con conseguente avvio di un’inchiesta al riguardo.
Negli anni successivi, non si sono spente le speranze della realizzazione. Ma il costo dell’opera, nonostante l’appoggio della Comunità Europea e il finanziamento con capitali stranieri, ha praticamente fatto naufragare ogni proposta.
Adesso, dopo il successo elettorale della destra italiana e della Lega, si riprende l’argomento. Dove porterà?
In ogni caso, un ponte tra le due regioni conduce ad analizzare anche un impatto ambientale che l’opera potrebbe avere. Questo argomento è spesso causa di accesi confronti tra sostenitori e detrattori della realizzazione.
Il Ponte sullo Stretto di Messina nell’immaginario collettivo
Forse ci penserà Topolino! Non è solo una battuta. Infatti, negli anni Ottanta, in un numero di Topolino, Paperon De Paperoni si offre di finanziare il famoso ponte di Messina.
Questa storia infinita della realizzazione di un ponte tra Calabria e Sicilia ha ovviamente interessato musicisti che, a loro modo, hanno toccato l’argomento in alcune canzoni. Ma la questione ponte ha anche stuzzicato l’ironia di artisti come Checco Zalone o Antonio Albanese.
Nella scena finale del film Qualunquemente con Antonio Albanese, l’uomo politico Cetto La Qualunque accenna al ponte sullo stretto durante un comizio tenuto sulla costa calabrese, mentre la telecamera inquadra, al di là dello stretto, il Pilone, Torre Faro e Ganzirri nel comune di Messina. Il personaggio vi accenna con una famosa battuta: “Noi costruiremo un Paese nuovo, dove è possibile anche avere due mogli, anche non pagare le tasse: un Paese di pilu e cemento armato! E se il ponte non basta, faremo anche il tunnel, perché un buco mette sempre allegria: qualunquemente!“