Il professore Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco, dopo le polemiche nate a seguito dello “scandalo gettoni“ del Comune di Catanzaro, non si fermano ad annunciare solo le loro dimissioni.
Infatti, con un post pubblicato su Facebook, Fiorita mostra la richiesta avanzata alla Città di Catanzaro, per far ottenere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
Nella proposta figura anche il nome del Consigliere Gianmichele Bosco, anche lui dimissionario.
La lettera indirizzata a Marco Polimeni, Presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro, contiene anche i motivi che hanno portato entrambi i consiglieri ad avanzare la richiesta per la senatrice a vita.
Tutto ciò prima che i consiglieri Bosco e Fiorita si dimettano come annunciato nei giorni scorsi.
Il contenuto del messaggio di Nicola Fiorita
“In questi 2 anni e mezzo abbiamo rappresentato un pezzo di città che non si arrende e abbiamo cercato di costruire un nuovo modo di fare politica: dal basso e con la gente. Abbiamo condotto grandi battaglie, abbiamo impedito degli scempi, abbiamo avanzato molte proposte. Non è ancora tempo di bilanci, ma abbiamo svolto il nostro ruolo fino all’ultimo. Ieri, prima di comunicare le nostre dimissioni, insieme a Gianmichele Bosco abbiamo protocollato due documenti.
Il penultimo atto della nostra attività è stata la proposta di concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.”
Il messaggio di Gianmichele Bosco riguardo la scelta delle dimissioni
Post pubblicato sulla pagina Facebook di Bosco.
Il 13 luglio 2017 è stato il giorno di insediamento nel Consiglio Comunale di Catanzaro. Quel giorno ho iniziato la mia battaglia contro una classe politica penosa e complice di aver affossato una città. Talvolta mi è parso di lottare contro i mulini a vento e lo scoramento derivante dall’impotenza aveva il sopravvento.
Spesso ho avuto voglia di mollare tutto, ma la fiducia che in me riponevano le tante persone che incontravo ed ascoltavo, mi ha spinto a continuare.
Sentivo l’urgenza di denunciare e di provare a cambiare le cose dando voce a chi pensava di non poterne avere.
L’attività politica a contatto con a gente
Il mio operato può essere raccontato dalle centinaia di interrogazioni portate avanti, dalla presenza costante (e spesso mal sopportata) negli uffici comunali, dai tour nei quartieri, dai video di denuncia, dalle molteplici richieste di accesso agli atti, dalle battaglie in Consiglio, dalle prese di posizione simboliche finalizzate a svergognare chi, troppo spesso, vergogna non ne ha.
Ho studiato pratiche su pratiche con un’attenzione a tratti ossessiva e questo perché consapevole che ogni minimo errore poteva avere ricadute sulla Città e sul suo futuro.
Da consigliere di minoranza, non sempre ho potuto incidere sulle scelte spesso scellerate dell’amministrazione; ma ho lottato per ciò che ritenevo giusto e l’ho fatto con abnegazione ed impegno.
Il 13 dicembre 2019, ho appreso da una testata giornalistica online di esser stato raggiunto da un avviso di conclusione indagine per aver “truffato” la mia comunita’!
Un’imponente inchiesta che si biforca in due differenti filoni (uno riguardo ai gettoni di presenza ed uno riguardo ai rimborsi per assunzioni fittizie che coinvolge 4 persone)
La solidarietà dei catanzaresi
Ho ricevuto nell’immediatezza e ancora oggi continuo a ricevere centinaia di telefonate e messaggi di incoraggiamento che mi hanno dato forza e mi hanno persuaso a non compiere scelte affrettate.
Ho atteso di studiare gli atti processuali e l’ho fatto con meticolosità e cura.
La rabbia ed il senso di ingiustizia è aumentato e con loro il desiderio di essere ascoltato al più presto dalla magistratura per poter chiarire la mia posizione. Avevo scelto di non parlare finché non fossi stato ascoltato nelle sedi opportune e di non rilasciare dichiarazioni riguardo alle posizioni degli altri consiglieri per difendere il principio giuridico del Garantismo, fulcro dello STATO di DIRITTO e che per sua natura contempla la separazione tra morale e diritto.
Una questione morale
Ho trascorso una notte insonne e sono giunto alla conclusione che tra il diritto e la morale a volte debba prevalere la morale.
Sono un avvocato e so bene che i processi si fanno nei tribunali e che solo nei tribunali è possibile stabilire chi è innocente e chi colpevole, ma sono anche un uomo e certe condotte ho il diritto di giudicarle dal punto di vista morale ed è per questa ragione che ho deciso di prendere posizione.
Non smetterò di fare politica perché la politica è la mia vita ed i miei ideali sono il motore del mio agire quotidiano, continuerò a lottare per quello in cui credo, continuerò a lottare contro questa classe politica che ci governa sia essa nazionale, regionale o comunale.
Continuerò a schifare il modo di fare politica privo di dignità di Abramo & Co. ai quali attribuisco gravissime responsabilità politiche anche sulla vicenda delle Commissioni (come da sempre messo in evidenza), ma è arrivato il momento di dare un segnale, è arrivato il momento di dire basta con la speranza di non far perdere la fiducia a chi ancora ci crede, a chi ancora spera in un cambiamento.
Non posso accettare di essere anche lontanamente associato a chi ho sempre contrastato sul piano politico.
Le responsabilità penali sono personali ed io posso rispondere solo delle mie, ma quelle morali degli altri non le posso e non le voglio tacere.
Per queste ragioni domani 21 gennaio 2020 rassegnero’ le mie dimissioni da consigliere comunale del Comune di Catanzaro invitando tutti gli altri a fare la stessa cosa con la promessa che questa decisione non significherà fare alcun passo indietro rispetto alla scellerata politica fatta da incompetenti e arrivisti!
P.s. ringrazio tutti per la fiducia dimostratami e spero che questo possa essere il primo passo per la svolta. Iniziamo sabato con la manifestazione contro il 5g