Centinaia di esemplari, anche di specie protette, rinvenuti nel congelatore di casa. Denunciato
Aveva accumulato svariate denunce per reati in ambito venatorio, gli era già stata ritirata la licenza di caccia ed il porto d’armi ma, come se ciò non bastasse, un settantenne di Galatro non si era dato per vinto ed aveva continuato ad esercitare il bracconaggio utilizzando reti da uccellagione.
I Carabinieri Forestali delle Stazioni di Cittanova e Laureana di Borrello stavano già sulle sue tracce, pattugliando una impervia zona boscosa a monte del comune di Galatro, lungo la valle del Fiume Fermano, dove nei giorni precedenti erano state rinvenute delle reti già in opera con alcuni fringuelli impigliati ancora vivi, prontamente liberati dai militari. È qui, in località Masarà di Galatro, che i militari posizionano, occultandole nella vegetazione, le particolari fototrappole in dotazione, che finalmente “catturano” il bracconiere all’opera, facilmente identificato essendo una vecchia conoscenza dei militari della locale stazione CC.
La successiva perquisizione domiciliare ha aggravato la posizione penale del bracconiere. Qui infatti, oltre a numerose reti da uccellagione, sono stati rinvenuti, conservati in due congelatori, n. 5 esemplari di Ghiro (Glis glis), 72 Tordi (Turdus philomelos) e ben 294 Fringuelli (Fringilla coelebs), tutti confezionati ed etichettati, dimostrando in modo inconfutabile come il trasgressore praticasse il bracconaggio in modo continuativo, anche su specie protette.
Inevitabile quindi il sequestro di tutto il materiale probatorio e l’ennesimo deferimento del settantenne all’Autorità Giudiziaria, che dovrà rispondere di numerosi reati aggravati dalla recidiva.
Storia di ordinaria illegalità nel settore venatorio, dove radicate tradizioni pseudo culturali alimentano la cruenta pratica dell’uccellagione, in cui i piccoli uccelli destinati al consumo umano, rimasti per ore impigliati nelle reti, vengono uccisi dai bracconieri schiacciandone la testa con le mani.
Sta alla società civile non alimentare tale commercio illegale e si esortano, pertanto, tutti i cittadini a segnalare al numero di emergenza ambientale 1515 ogni notizia ritenuta utile ad arginare il fenomeno.