Scandalo appalti Anas da 180 milioni: coinvolgimento di Tommaso Verdini, corruzione e possibili implicazioni politiche nel risanamento di gallerie
L’Anas, agenzia nazionale per le strade, si trova al centro di un controverso scandalo legato a una rete di consulenze e appalti pubblici che potrebbe scatenare una tempesta politica coinvolgendo anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, estraneo ai fatti. Il focus degli inquirenti si concentra su un appalto da 180 milioni di euro per il risanamento di gallerie, oggetto di un’indagine avviata lo scorso anno dai pubblici ministeri di Roma. Questa inchiesta ha portato all’emissione di arresti domiciliari per Tommaso Verdini, fratello di Francesca (compagna di Matteo Salvini) e figlio dell’ex senatore Denis Verdini, anch’egli coinvolto.
Il giudice istruttore della Capitale ha esteso la misura cautelare ad altre quattro persone, oltre a due interdittive della durata di 12 mesi. L’indagine, affidata al procuratore Francesco Lo Voi, riguarda reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione e turbata libertà degli incanti, coinvolgendo sia imprenditori che pubblici ufficiali.
Tommaso Verdini, a capo della società di lobbying Inver, è stato indagato nel luglio del 2022 e soggetto a perquisizioni, insieme a manager dell’Anas, condotte dalla Guardia di Finanza. L’accusa si concentra sulla presunta attività illecita della Inver, accusata di agevolare ditte nell’ottenere appalti con l’Anas grazie all’accesso a informazioni riservate. L’accusa non coinvolge i massimi vertici dell’Anas.
Secondo l’accusa, un dirigente e un funzionario dell’Anas avrebbero fornito informazioni riservate a privati, agevolando la vittoria di appalti per il risanamento di gallerie per 180 milioni di euro. Le tangenti promesse avrebbero garantito avanzamenti di carriera e posizioni apicali agli ufficiali coinvolti.
Il giudice ha affermato che “dalle indagini è emersa la sussistenza di un sistema corruttivo forte e stabile che ha turbato gare milionarie”. Gli indagati avrebbero operato con pubblici ufficiali e clienti privati, sfruttando i loro legami con funzionari apicali dell’Anas. Durante l’indagine è emerso che Denis e Tommaso Verdini, insieme ad altri indagati, stavano cercando di proseguire i loro rapporti con gli imprenditori, interponendo un’altra società per sfuggire alle conseguenze penali.
L’inchiesta è scaturita da una denuncia presentata da un ex dirigente dell’Anas agli inizi del 2021, aprendo così una pagina oscura sulla gestione degli appalti pubblici da parte dell’agenzia.