La Corte Suprema di Cassazione annulla accusa di narcotraffico: un’indagine criitica sul caso ‘Gentlemen 2’ svela incongruenze nelle intercezioni
Nell’ambito della vasta inchiesta antidroga denominata “Gentlemen 2”, la Corte Suprema di Cassazione ha recentemente annullato l’accusa di associazione finalizzata al narcotraffico internazionale e intercontinentale nei confronti di Francesco Pasquale Cimino, noto come “Franco”. La decisione è giunta in seguito a un ricorso presentato dall’avvocato Pasquale Di Iacovo del Foro di Castrovillari, il quale ha sollevato diverse incongruità nella motivazione dell’ordinanza cautelare emessa a carico del suo assistito.
Cimino era emerso tra i 25 individui arrestati il 5 giugno dell’anno precedente nell’ambito dell’operazione “Gentlemen 2”. Secondo l’accusa iniziale, l’uomo avrebbe fatto parte di un’organizzazione impegnata nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con presunte connessioni in Spagna, Marocco e Sud America. Inoltre, gli veniva attribuito il ruolo di uomo di fiducia dell’ex consigliere comunale Angelo Caravetta, coinvolto in un presunto piano organizzativo.
La difesa di Cimino ha puntato il dito sulle intercettazioni telefoniche e ambientali, considerate il fulcro dell’accusa. Secondo l’avvocato Di Iacovo, tali prove non erano sufficienti a dimostrare la partecipazione del proprio assistito all’associazione dedita alle importazioni di narcotici da territori internazionali ed intercontinentali. Il legale ha evidenziato presunte incongruenze nella capacità dimostrativa delle intercettazioni, argomentando che le conversazioni registrate non fornivano prove conclusive della colpevolezza di Cimino.
La Cassazione ha preso una decisione significativa durante l’udienza del 24 gennaio 2024, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa e annullando l’accusa di partecipazione associativa nei confronti di Cimino. L’ordinamento della Corte prevede ora un nuovo esame del caso, sottolineando l’importanza di una valutazione più approfondita delle prove presentate.
La vicenda di “Gentlemen 2” continua ad attirare l’attenzione pubblica, sollevando interrogativi sulle modalità delle indagini e sulla solidità delle prove nel contesto della lotta al narcotraffico internazionale. La Cassazione, con la sua recente decisione, aggiunge un capitolo importante a questo dibattito in corso, sottolineando l’importanza di garantire un processo giusto e basato su prove concrete.