L’EDITORIALE
Il diritto alla giustizia è uno dei pilastri fondamentali di ogni democrazia, ma cosa succede quando questo diritto viene negato a un cittadino comune? È la storia di Alessandro Cimino, insegnante cattedra di violoncello, che da mesi cerca risposte attraverso una richiesta ex 335 ccp presentata il 30/09/2022 alla cancelleria preposta riguardante un procedimento penale in cui rappresenta la parte offesa, ma senza ricevere alcuna corrispondenza da parte del Pm.
Nonostante abbia ricevuto una risposta dalla ricezione, che afferma il trasferimento del fascicolo in un altro procedimento contro ignoti, Cimino ha nuovamente protocollato una richiesta al Pm in questione il 24/01/2023, senza ottenere alcun riscontro. Come cittadino, ha il diritto di accedere agli atti che riguardano il procedimento penale (1261/mod 45) 2021 per la possibilità di produrre una memoria difensiva.
Questa situazione ha costretto Cimino a pagare tasse giudiziarie ingiuste senza la possibilità di un reintegro scolastico, a causa di un mancato reclutamento di docenti. Nel suo pubblicato del marzo 2021, ha raffigurato i fatti e ha allegato documenti di prova che dimostrano il modus operandi dei soggetti coinvolti nella vicenda.
La lotta di Cimino è solo uno degli esempi di come il sistema giudiziario possa essere ingiusto nei confronti dei cittadini comuni. È importante che ogni persona abbia accesso alla giustizia e che i processi siano equi e trasparenti. La giustizia non dovrebbe essere riservata solo a pochi privilegiati, ma dovrebbe essere garantita a tutti, indipendentemente dallo status sociale o economico.