Gratteri approfondisce la questione della violenza nelle città toscane durante la sua intervista a Radio Capital
Recenti proteste studentesche a sostegno della Palestina nelle città di Pisa e Firenze hanno visto l’emergere di episodi violenti perpetrati dalle forze dell’ordine. Le immagini scioccanti documentano l’uso di forza da parte della polizia, suscitando reazioni di indignazione e preoccupazione all’interno della comunità.
Durante il corteo studentesco a Pisa, indirizzato verso piazza dei Cavalieri, la polizia ha risposto con violenza ai manifestanti che cercavano di superare uno sbarramento. Il bilancio riporta 13 studenti feriti, di cui dieci minorenni, con alcune vittime che presentano lesioni gravi, come la frattura del naso e tagli profondi sotto gli occhi.
A Firenze, la situazione è stata analogamente tesa, con la polizia che ha caricato i partecipanti al corteo pro Palestina nel tentativo di raggiungere il consolato statunitense. Il presidente Mattarella ha espresso il suo disappunto, evidenziando la necessità che l’autorità delle forze dell’ordine non si basi sull’uso dei manganelli, ma sulla capacità di assicurare la sicurezza, preservando al contempo la libertà di esprimere opinioni pubbliche.
Il Viminale ha rilasciato un comunicato affermando che le manifestazioni non avevano ricevuto l’autorizzazione, contribuendo alle “difficoltà operative di gestione” nelle due città.
In merito a questi avvenimenti, il procuratore antimafia Nicola Gratteri ha rilasciato dichiarazioni significative durante un’intervista a Radio Capital nel corso della trasmissione “Generazione Capital” condotta da Marco Maisiano.
Maisiano ha chiesto a Gratteri di esprimere la sua opinione su cosa pensasse dei fatti accaduti a Pisa e Firenze. “Non si possono valutare solo dalle immagini che abbiamo visto”, ha dichiarato Gratteri. Ha sottolineato l’importanza di comprendere il contesto delle manifestazioni, evidenziando che le proteste pro-Palestina si verificano quotidianamente, soprattutto dopo gli eventi del 7 ottobre, quando è avvenuto il massacro di Hammas, seguito dalla recente escalation di violenza in Palestina da parte di Israele.
Gratteri ha sottolineato la necessità di consentire tutte le manifestazioni, purché siano regolamentate. Tuttavia, ha avvertito sulla presenza di estremisti che si infiltrano tra i manifestanti pacifici, utilizzandoli per fini di manipolazione e per compiere atti di aggressione contro le forze dell’ordine. “Quei ragazzi sono tutti in buona fede e perbene, sicuramente. Ci sono degli estremisti che si infilano tra loro per usarli e manipolarli, facendo atti di aggressione contro i poliziotti”, ha dichiarato Gratteri.
Il procuratore ha evidenziato la necessità di evitare di farsi strumentalizzare da chi organizza atti estremisti, sottolineando la complessità di gestire situazioni che possono sfociare in reazioni violente da parte delle forze dell’ordine.
Se rivolgi insulti a un agente di polizia, egli è addestrato a non reagire di fronte a meri insulti verbali. Se gli lanci qualcosa, è obbligato a rispondere automaticamente. Pertanto, è essenziale prestare attenzione per evitare che coloro che organizzano possano sfruttare tale situazione.
La sua dichiarazione sottolinea l’importanza di una riflessione approfondita sul contesto e sull’equilibrio tra il diritto di manifestare e la necessità di garantire l’ordine pubblico.
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