La Calabria, da lungo tempo teatro delle attività della criminalità organizzata, è nota per le sue potenti ‘ndrine. Tra queste, i Piromalli emergono come una delle più grandi e influenti cosche non solo della regione, ma anche in tutto il mondo. Secondo la Direzione Investigativa Antimafia (DIA), i Piromalli contano oltre 400 famiglie alleate e diverse migliaia di affiliati. Esploriamo la storia e l’influenza di questa temuta ‘ndrina che ha gettato un’ombra sulla comunità di Gioia Tauro.
Origini e Radicamento
I Piromalli hanno radici che affondano nel territorio di Gioia Tauro, una cittadina costiera calabrese. Si dice che abbiano avuto origine già nel XIX secolo, e nel corso degli anni si sono affermati come una delle famiglie mafiose più potenti. La loro presenza è saldamente radicata nel tessuto sociale e territoriale di Gioia Tauro, rendendo difficile la lotta alle loro attività illegali e l’infiltrazione nelle istituzioni locali.
Potere e Influenza
L’influenza dei Piromalli si estende ben oltre i confini della Calabria. La DIA ha riconosciuto i Piromalli come la più grande e influente ‘ndrina dell’Europa occidentale. Hanno interessi in Sicilia, nella Toscana sud est, nel basso Lazio, in Puglia, in Basilicata, nell’area milanese e nell’area del Nord-Est italiana come affermato nella seconda relazionale semestrale del 2016 della DIA. Hanno anche proiezioni internazionali; tra cui, come confermato dalle recenti operazioni delle forze dell’ordine, negli Stati Uniti ed in Romania mentre in Sud America avrebbero contatti in Brasile, Venezuela e Perù.Il loro potere si manifesta attraverso una vasta rete di famiglie alleate, che cooperano per controllare diverse attività illecite, tra cui il traffico di droga, l’estorsione, il riciclaggio di denaro e molto altro. Questa vasta rete criminale ha permesso loro di accumulare un’enorme ricchezza e di esercitare un’influenza significativa sulle comunità locali e sui settori economici. LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta, Gioia Tauro (RC), rintracciato in Portogallo uno degli indagati dell’operazione Hybris
Personaggi di spicco cosca Piromalli
- Girolamo Piromalli (7 ottobre 1918 – 11 febbraio 1979), conosciuto come Don Mommo Piromalli.
- Giuseppe Piromalli (1º marzo 1921 – 19 febbraio 2005), noto come Don Peppino.
Sotto la guida di Giuseppe Piromalli si formarono i suoi nipoti: i fratelli Gioacchino (classe 1934), Antonio (classe 1939) e Giuseppe (classe 1945).
Tuttavia, è stato il turno dei pronipoti, ovvero i figli di Gioacchino, Antonio e Giuseppe, a portare avanti il nome della famiglia nella nuova era. Tra di loro, Antonino, soprannominato Ninello (classe 1965), Gioacchino, l’avvocato (classe 1965), e Antonio (classe 1972), sono stati i protagonisti nel trasmettere l’eredità familiare nel nuovo millennio.
Repressione e Sforzi di Contrastare la Criminalità
Le autorità italiane e internazionali, insieme alle forze dell’ordine, hanno adottato misure rigorose per contrastare l’influenza dei Piromalli e delle altre ‘ndrine. Operazioni investigative e arresti mirati sono stati condotti per smantellare la loro rete criminale e privarli delle risorse finanziarie. Tuttavia, la lotta contro le ‘ndrine rimane un compito difficile e complesso, richiedendo un impegno costante e la collaborazione tra le varie istituzioni e la comunità.
La lotta contro la criminalità organizzata come i Piromalli non riguarda solo la repressione, ma anche la prevenzione e la promozione di opportunità sociali ed economiche per i giovani. Solo attraverso una combinazione di strategie efficaci di contrasto e una cultura di legalità si potranno affrontare le radici profonde della criminalità organizzata e creare un futuro migliore per le comunità calabresi.
Promuovere cultura della legalità
I Piromalli rappresentano una delle ‘ndrine più potenti della Calabria e dell’Europa occidentale. La lotta contro la presenza delle ‘ndrine non può essere affrontata solo attraverso la repressione e l’azione delle forze dell’ordine.
Investire nelle infrastrutture sociali, nell’istruzione e nella formazione professionale può creare alternative concrete per i giovani, offrendo loro un futuro luminoso e scoraggiando l’adesione alle attività criminali.
Inoltre, è necessario promuovere una cultura di legalità e incoraggiare la denuncia dei crimini alle autorità competenti. Sensibilizzare la popolazione sulle conseguenze negative della criminalità organizzata e sostenere le vittime di estorsioni e intimidazioni può contribuire a indebolire l’influenza delle ‘ndrine e a creare una società più giusta e sicura.
Le istituzioni e la società calabrese devono lavorare insieme, in un impegno unito e coordinato, per contrastare efficacemente la presenza mafiosa. Attraverso un approccio integrato e un costante monitoraggio delle attività delle ‘ndrine si potranno ottenere risultati concreti nella lotta alla criminalità organizzata.
La Calabria ha bisogno di una nuova visione, di una Calabria libera dalle catene delle ‘ndrine, dove le opportunità e la legalità siano gli elementi fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico. Solo così la regione potrà costruire un futuro migliore per le sue comunità e sconfiggere definitivamente l’influenza dei Piromalli e di altre cosche mafiose.
La strada verso la liberazione dalla presenza mafiosa sarà lunga e impegnativa, ma con una determinazione costante e un impegno collettivo, la Calabria potrà riscattarsi e riappropriarsi della sua identità, trasformandosi in una terra di opportunità, legalità e speranza.