I rifugiati provenienti dall’Ucraina tenuti a pagare la tassa di soggiorno

UCRAINA, BANDIERA
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Solidarietà internazionale a Praia a Mare? La burocrazia se ne dimentica

COSENZA 10 APR 2022 – La situazione internazionale di instabilità e crisi sociale causata dalla guerra in Ucraina ha toccato, tra gli altri anche il piccolo comune di Praia a Mare con famiglie e strutture che hanno inteso ospitare alcuni gruppi di rifugiati provenienti dall’Ucraina.

L’imprenditore Matteo Cassiano è stato tra i primi ad offrire ospitalità nel rispetto di un forte sentimento umanitario mettendo a disposizione le proprie strutture ricettive a quanti hanno perso molto, se non tutto. Un’iniziativa in collaborazione con il portale internazionale Booking.com alla quale l’imprenditore ha aderito immediatamente. Un’ospitalità a titolo gratuito, com’è giusto che sia, nel piccolo paese che si è prodigato ad elargire aiuti a 360°. La burocrazia però, anche in questo caso ci ha messo lo zampino.

Ma cos’è successo?

Il Comune di Praia a Mare non ha previsto nello statuto della tassa di soggiorno l’esenzione per chi si trova in questa situazione, cioè i rifugiati di guerra. Un’imposta che da tempo l’ente ha stabilito di €1,00 per ogni stella (a notte a persona), quindi nel caso specifico delle strutture alberghiere riconducibili a Cassiano, di €3,00 a notte a persona. Al momento del check-out gli addetti si sono resi conto dell’assenza della voce specifica. “Ovviamente – fa sapere l’imprenditore – sarebbe stato imbarazzante richiedere a queste persone il corrispettivo della tassa di soggiorno che è stata comunque versata a titolo personale. Dato questo episodio, dal momento che l’emergenza umanitaria non si esaurirà a breve e vista la richiesta di supporto e ospitalità anche per il prossimo periodo, il 4 aprile scorso ho fatto presente al Comune di Praia a Mare e all’ufficio di Polizia Municipale di questa imbarazzante condizione e chiesto formalmente se effettivamente le persone che si trovano nello stato di rifugiati, in questo caso provenienti dall’Ucraina, sono tenuti a pagare la tassa di soggiorno. Una richiesta esposta con carattere di urgenza perché la questione umanitaria è in costante divenire e non aspetta la burocrazia. Ad oggi non ho ancora ricevuto formale riscontro, ma credo fortemente nella buona fede degli amministratori comunali e che il mancato inserimento di tale voce sia stata solo una dimenticanza, quindi suggerisco di rimediare al più presto. Oltretutto, indipendentemente dall’emergenza in corso, il pagamento della tassa di soggiorno impostato su tutti i 12 mesi dell’anno credo sia controproducente, soprattutto se si sbandiera il vessillo della destagionalizzazione. Concentrarla ai soli mesi estivi potrebbe aiutare ad essere più competitivi.

A prescindere dalla parentesi turistica, in ogni caso la questione sarebbe velocemente risolvibile: “Non ho nessuna volontà di polemizzare o strumentalizzare la situazione – conclude Cassiano – ma una modifica urgente allo statuto della tassa di soggiorno nei confronti dei rifugiati è quantomeno doverosa per un Comune che vuole soccorrere e si è messo a disposizione ad accogliere queste persone. Spero che il mio invito sia ben accetto e che anche i miei colleghi possano usufruirne per continuare a dare ai profughi sostegno, calore e dignità”.