CATANZARO, 4 OTT 2023 – Cesare Curcio, il barbiere di 58 anni residente a Catanzaro, è stato condannato a due anni di reclusione in seguito a un accordo di patteggiamento con il tribunale. Curcio era stato arrestato nel mese di giugno e posto agli arresti domiciliari per aver svolto un ruolo chiave in un giro di prostituzione nel centro cittadino. Le accuse a suo carico includevano l’induzione, il favoreggiamento e il tentato e consumato sfruttamento della prostituzione.
La Procura, guidata dai sostituti procuratori Saverio Sapia e Stefania Caldarelli, aveva inizialmente richiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari, che era stata emessa dal giudice istruttore Chiara Esposito. Tuttavia, Curcio ha successivamente scelto di patteggiare una pena di due anni di reclusione, e già dal mese di agosto era tornato in libertà.
L’inchiesta condotta dagli investigatori ha utilizzato una serie di strumenti, tra cui osservazioni, controlli e pedinamenti, oltre a intercettazioni telefoniche, per ricostruire le attività illecite. Secondo quanto emerso, Curcio agiva come intermediario per facilitare la prostituzione nel centro cittadino, utilizzando il suo negozio di barbiere come base operativa per identificare potenziali clienti. Questi clienti venivano successivamente indirizzati a incontri con le donne coinvolte in un appartamento, alcune delle quali sembravano essere coinvolte nel giro per motivi economici.
L’indagine ha evidenziato un quadro giudiziario rilevante, ma ha anche messo in luce una situazione preoccupante dal punto di vista sociale, considerando le difficoltà finanziarie in cui alcune delle donne coinvolte sembravano trovarsi. Non sembrerebbe esserci stata coercizione fisica nei confronti delle persone coinvolte nel giro, ma piuttosto un presunto tentativo di sfruttare la loro situazione per ottenere favori dai clienti identificati di volta in volta.
Una delle donne coinvolte ha fornito ulteriori dettagli durante le testimonianze, affermando di essersi prostituita con l’assistenza di Curcio negli ultimi sei anni, coinvolgendo circa dieci uomini diversi che partecipavano a incontri regolari con cadenza bisettimanale.
La condanna di Curcio rappresenta un passo importante nella lotta contro lo sfruttamento sessuale, anche se resta ancora molto lavoro da fare per affrontare il problema più ampio della prostituzione forzata e delle condizioni di vulnerabilità in cui si trovano alcune donne coinvolte in questa pratica.