Nella giornata di sabato 19 febbraio, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, con l’ausilio della Polizia Penitenziaria di Terni, ha notificato, su delega della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia-, una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria, a carico di OBAZELU Favour, detto “Fred” o “Friday”, di 43 anni, a cui carico, allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari, sono ritenuti sussistenti gravi indizi in ordine ai reati di tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e sequestro di persona.
L’indagine da cui è scaturita la misura cautelare ha preso avvio dalle dichiarazioni di una giovane vittima, sbarcata a Reggio Calabria nel 2014, la quale dopo diverse vicissitudini, decideva di raccontare le sue disavventure a personale della Polizia di Stato ed in particolare di essere stata reclutata in Nigeria, sottoposta a riti voodoo e una volta giunta in Italia indotta a prostituirsi, oltre che a subire violenza sessuale dai suoi sfruttatori, tra cui l’odierno indagato, che attualmente era già detenuto presso il carcere di Terni per altra causa.
L’indagine, che ha visto la collaborazioni di diverse Squadre Mobili (Palermo, Bari, Reggio Calabria e Udine) ha permesso di raccogliere diversi riscontri al narrato della donna e ricondurre l’indagato ad un ben più articolato contesto rappresentato da organizzazioni nigeriane specializzate nella traffico di donne finalizzato allo sfruttamento sessuale con ramificazioni nella città di Bari e nel capoluogo Siciliano, per come emerso da ulteriori indagini condotte dalle competenti Autorità giudiziarie.
In tale contesto, una figura di spicco sarebbe rappresentata proprio da un fratello dell’odierno indagato, a cui carico, nel 2019, è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del GIP di Bari, con la quale gli è stato contestato anche il reato di associazione mafiosa.
Nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, oltre al destinatario della misura cautelare, risultano indagati altri tre nigeriani, due donne di 30 e 22 anni, e un uomo di 25.