Nella mattina di oggi è stata eseguita l’operazione della DDA di Catanzaro, denominata “Alibante”. Sono 19 le persone destinatarie dell’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Nello specifico per 7 indagati è stata disposta la misura cautelare della detenzione in carcere, per 10 indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e 2 indagati la misura interdittiva, rispettivamente del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche.
I nomi delle persone arrestate in carcere
Carmelo Bagalà, Gioia Tauro; Alfredo Carnevale, Nocera Terinese; Alessandro Gallo, Lamezia Terme; Mario Gallo, Falerna; Vittorio Macchione, Nocera Terinese; Vittorio Palermo, Ischia; Eros Pascuzzo, Lamezia Terme.
I nomi delle persone agli arresti domiciliari
Maria Rita Bagalà di Lamezia Terme; Francesco Cardamone, Nocera Terinese; Giovanni Costanzo, Falerna; Vincenzo Dattilo, Lamezia Terme; Luigi Ferlaino, Falerna; Raffaele Gallo, Conflenti; Giovanni Eugenio Macchione, Lamezia Terme; Antonio Rosario Mastroianni, Nocera Terinese; Antonio Pietro Stranges, Conflenti.
Gli indagati a piede libero
Antonio Cario, Lamezia Terme; Antonio Gedeone, Cosenza.
Le accuse di reato della DDA di Catanzaro
L’inchiesta della DDA di Catanzaro vede responsabili a vario titolo le 19 persone arrestate, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione dei segreti d’ufficio e turbativa d’asta.
Ad eseguire gli arresti in provincia di Catanzaro, nei comuni di Lamezia Terme, Nocera Terinese, Falerna e Conflenti e nelle città di Aosta, Arezzo e Cosenza, sono stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme, in collaborazione con i comandi Arma territorialmente competenti e con lo Squadrone eliportato Carabinieri Cacciatori di Vibo Valentia. Il provvedimento scaturisce da una prolungata attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme e del Comando Provinciale di Catanzaro, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
L’inchiesta Alibante partita da denunce di imprenditori
Le indagini scaturite poi nell‘operazione denominata Alibante sono state avviate a seguito della presentazione, da parte di imprenditori lametini, di denunce relative a estorsioni che sarebbero state poste in essere da appartenenti alla cosca Bagalà, operante sulla zona costiera compresa tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna.
La cosca Bagalà
Gli elementi acquisiti con l’ausilio di attività tecniche ed accertamenti patrimoniali, hanno consentito di delineare gli assetti e l’operatività sul litorale tirrenico-lametino dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta capeggiata da Carmelo Bagalà, già attiva fin dagli anni ’80. Si è evidenziato in particolare la presenza egemone sul territorio del sodalizio, manifestata attraverso la commissione di delitti, aggravati dal metodo mafioso, finalizzati alla gestione diretta o indiretta delle attività economiche del luogo, con particolare riferimento alle imprese attive nel settore turistico-alberghiero.
I rapporti illeciti con gli amministratori comunali
Nel corso delle indagini sono emersi, altresì, rapporti illeciti tra la cosca ed alcuni esponenti delle amministrazioni comunali di Falerna e Nocera Terinese, con capacità di influenza su processi decisionali, amministrativi ed elettivi.