Inchiesta Brooklyn, sequestro ponte Morandi Catanzaro: corrotto anche un ispettore della Guardia di Finanza

Ponte Morandi Catanzaro
Ponte Morandi Catanzaro

La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha coordinato l’operazione Brooklyn, eseguita dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro. L’inchiesta ha portato a sei arresti questa mattina e ha scosso le fondamenta della nostra coscienza di Comunità. Non sono bastati i recenti scandali nel comparto Sanità. La nostra Calabria è sempre più martoriata dalla corruzione e dalla ‘ndrangheta. Più contagiose queste del Covid-19. Due controculture subdole e meschine infiltrate persino nei pilastri di un ponte istituzione che sorge nella città capoluogo della Regione, il ponte Morandi.

L’inchiesta Brooklyn finita sulla ribalta nazionale per la gravità dei fatti rivelati, ha portato a sei arresti nella giornata di oggi per trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture. Il tutto con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso, in relazione, fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte Morandi e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”.

In particolare, l’inchiesta ha prodotto la misura cautelare in carcere e degli arresti domiciliari a quattro indagati. Misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività professionali, per un ingegnere dell’Anas e per un geometra, rispettivamente di sei mesi e di nove mesi.

Non solo, la Procura di Catanzaro ha contestualmente disposto il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis” e della galleria Sansinato. Questo allo scopo di svolgere accertamenti di natura tecnica.

Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia, e delegate alla Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico di due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali. Secondo le indagini, i due imprenditori infatti, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, hanno costituito delle società intestandole fittiziamente ad una loro collaboratrice, pur mantenendone di fatto il controllo.

I lavori di ristrutturazione del ponte Morandi e le intercettazioni shock

Questa malta è una porcheria”. Così si intercetta l’ingegnere dell’Anas, Silvio Baudi, progettista e direttore dei lavori. e coordinatore della sicurezza per le opere di manutenzione straordinaria. In particolare i lavori di manutenzione hanno interessato il ripristino del calcestruzzo e dei ferri d’armatura del viadotto Bisantis e dei muri della Strada Statale SS 280 di collegamento tra Catanzaro e Lamezia Terme. L’ing. del’Anas, accusato nell’inchiesta di frode in pubblica fornitura, si interfacciava con Gaetano Curcio e Eugenio Sgromo. Questi ultimi rispettivamente direttore tecnico e titolare della Tank, ditta lametina a cui Anas aveva appaltato i lavori di manutenzione straordinaria delle due opere.

La ricostruzione dell’intera conversazione dal Gip del Tribunale di Catanzaro

Nell’ordinanza firmata questa mattina dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Paola Ciriaco, si ricostruisce l’intera conversazione. “Secondo lui, dice, non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto…e casca tutto”. È un passaggio questo in cui parla il capo cantiere. Dalle conversazioni registrate emerge dunque l’impiego nelle lavorazioni di malta di qualità scadente.

Il Ponte Morandi da ristrutturare e i problemi finanziari

Secondo la ricostruzione della Procura e della Guardia di Finanza di Catanzaro, Curcio e Sgombro avrebbero deciso di impiegare quella tipologia di malta a causa di problemi finanziari che avrebbero impedito l’acquisto della malta Basf. La circostanza sarebbe stata comunicata all’Ingegnere dell’Anas, Baudi, che pur ammettendo che in altri casi l’utilizzo di quella malta aveva determinato guai, ha acconsentito ad utilizzare la stessa malta in contrasto con l’obbligo di controllare che l’esecuzione dei lavori fosse stata in maniera adeguata. “Io Azichem l’ho già utilizzata su una superficie pressoché liscia – si apprende grazie all’intercettazione di Baudi – e ha fatto guai”.

I prestanome

In carcere sono finiti invece i fratelli Eugenio e Sebastiano Sgromo. Questi imprenditori lametini sono accusati in concorso con la propria dipendente Rosa Cavaliere di trasferimento fraudolento di beni e riciclaggio ed intestazioni fittizie. Il tutto con l’aggravante della modalità mafiosa. La ditta Tank ha acquisito la titolarità degli appalti. Questo con lo scopo di eludere le misure di prevenzione patrimoniale. In particolare, Rosa Cavaliere ha acquisito la titolarità del 90% delle quote. Divenendo in questo modo amministratore unico e assumendo il ramo aziendale dell’Eurostrade.

Corruzione in atti giudiziari anche da parte di un ispettore della Guardia di Finanza

In carcere anche un ispettore della Guardia di Finanza, Michele Marinaro, accusato nell’inchiesta Brooklyn di corruzione in atti giudiziari. Questo poiché avrebbe messo a disposizione degli Sgromo informazioni coperte da segreto istruttorio in cambio di utilità. Marinaro avrebbe ottenuto un trattamento di favore in una nota concessionaria di auto di lusso per indirizzare l’esito delle investigazioni sui due imprenditori a loro vantaggio.