Alcune zone della Calabria stanno diventando sempre più “pericolose” per i giornalisti che cercano di approfondire le tematiche relative a vicende di criminalità organizzata o di rapporti perversi tra politica e ndrangheta. Oggi a Filadelfia, nel Vibonese, Klaus Davi che, per conto della televisione con la quale collabora, si era recato ad intervistare un presunto esponente della ndrangheta che potrebbe essere implicato nella scomparsa di un giovane, è stato aggredito dai familiari dell’uomo e costretto ad allontanarsi.
Qualche giorno fa, invece, a Nicotera, la corrispondente de “Il Quotidiano”, Enza Dell’Acqua, cui già a marzo un assessore comunale aveva “consigliato”, non troppo amichevolmente, di non occuparsi più di lui, è stata costretta a presentare una denuncia-querela nei confronti del Sindaco e di una assessora comunale ritenendo di essere l’obiettivo di una intemerata, non certo qualificante nei contenuti e nei termini, che era stata fatta in Consiglio comunale dal primo cittadino, e di una serie di considerazioni offensive che su un social network erano state vergate dalla delegata alla Cultura.
Le due vicende, pur diverse, rappresentano un segnale preoccupante di intolleranza che si aggiunge ai tanti che hanno avuto come “bersaglio”, in passato, altri giornalisti. L’Ordine dei Giornalisti della Calabria esprime la più convinta solidarietà sia al collega Davi che alla collega Dell’Acqua per gli episodi che li hanno coinvolti, nella convinzione che le due vicende troveranno una risposta adeguata da parte di quanti sono chiamati a valutare le vicende denunciate.
In foto: Corso CastelMonardo (Filadelfia, Calabria)