Era originario di Reggio uno dei tre vigili del fuoco, rimasto senza vita nell’esplosione avvenuta in una cascina nell’Alessandrino
Antonino Candido, per tutti Nino è intervenuto nell’inferno di fuoco divampato nella cascina a Quargnento, in provincia di Alessandria.
Insieme a Nino, che era originario di Reggio Calabria, sono rimasti uccisi dal crollo dell’edificio altri due vigili del fuoco. Matteo Gastaldo, 47 anni originario di Albenga e residente a Gavi, e Marco Triches, 36 anni, papà di un bambino di pochi anni e anche lui originario di Albenga.
Fin dal 2006 Nino ha svolto servizio presso il Comando di Reggio Calabria come volontario.
Nel settembre 2017, essendo stato assunto, aveva coronato il sogno della sua vita, quello di fare lo stesso mestiere del padre Angelo capo reparto dei Vigili del fuoco in servizio al distaccamento aeroportuale di Reggio Calabria. Una divisa che portava con orgoglio, una missione più che un lavoro.
«Quanto vale la vita di un vigile del fuoco? Lavoriamo in silenzio e abbiamo imparato a morire senza troppo rumore»: un post che Nino pubblicava il 12 giugno. E Nino è morto in silenzio, indossando quella divisa che amava così tanto.
Mentre Reggio, la Calabria e l’Italia intera fanno rumore e piangono tre giovani vite spezzate un’indagine ora dovrà chiarire i contorni di questa tragica vicenda.
Collegati ad alcune bombole inesplose nella cascina sono stati rinvenuti dei fili elettrici e una scatoletta che potrebbe essere un timer.
«Tutto ci fa pensare che l’esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata» – ha detto il procuratore di Alessandria Enrico Cieri dopo il sopralluogo nella cascina. «Dagli elementi che abbiamo acquisito – ha aggiunto – pensiamo sia un fatto doloso».