La mafia diventa impresa: giro d’affari da 40 miliardi

Mafia, crimine, 'ndrangheta 2
Mafia, crimine, 'ndrangheta 2

L’impresa mafiosa è una realtà consolidata nel tessuto economico del nostro paese, e rappresenta una vera e propria minaccia per l’economia legale. Si tratta di una fattispecie d’impresa illecita, che viene utilizzata dalle associazioni mafiose per svolgere attività produttive, commerciali e finanziarie, prevalentemente a oggetto lecito, mediante l’impiego di capitali di provenienza illecita.

Secondo alcuni studi di istituti di ricerca come l’Eurispes e Sos Impresa, il giro d’affari annuale ipotizzato dalla Cgia di Mestre è pari a 40 miliardi di euro, vale a dire il 2% abbondante del Prodotto Interno Lordo (PIL). Ma questi dati rappresentano solo la punta dell’iceberg, dal momento che il valore delle attività illecite non può essere quantificato in maniera precisa. La Commissione europea ha infatti stabilito che tali attività vanno conteggiate nel paniere insieme a tutte le altre attività illecite, come la prostituzione, il traffico di droga e il contrabbando di sigarette.

In Italia, le imprese mafiose hanno invaso interi settori di mercato, dal turismo ai servizi alle imprese e alla persona, dagli appalti alle forniture pubbliche, al settore immobiliare e finanziario. Ma l’edilizia rappresenta il settore nel quale si concentrano maggiormente gli interessi della criminalità organizzata, dal momento che consente una buona circolazione del denaro, richiedendo un forte apporto di capitali e uno modesto know how gestionale.

Le mafie mostrano anche un grande interesse per la media e grande distribuzione, in particolare per i centri commerciali, che sono funzionali al riciclaggio di denaro sporco. Ma la penetrazione mafiosa non riguarda solo le grandi città come Roma, Milano o Torino, bensì anche le aree meno centrali. Roberto Saviano, infatti, già qualche decennio fa aveva lanciato l’allarme sui Casalesi in Emilia e, in particolare a Parma, dove sono stati confermati vari casi di infiltrazione criminale.

L’impresa mafiosa si presenta sul mercato con tre elementi di specificità, che le garantiscono un vantaggio competitivo: lo scoraggiamento della concorrenza, la compressione salariale con l’evasione di contributi previdenziali e assicurativi e il ricorso al lavoro nero, e l’enorme disponibilità di risorse finanziarie derivanti dalle attività illegali.

Le associazioni criminali agiscono come delle vere e proprie holding, con interessi in tutto il mondo e capaci di inquinare o mettere fuori mercato le imprese sane. Senza un adeguato controllo sui flussi di capitali prodotti e investiti dalle mafie imprenditrici, qualsiasi azione di contrasto contro le mafie non potrà essere efficace.

Per combattere l’impresa mafiosa, è necessario un impegno coordinato tra istituzioni, imprese sane e cittadini. Le istituzioni devono attuare politiche di contrasto efficaci, che prevedano un’azione decisa di contrasto alla corruzione e alla criminalità organizzata, ma anche un rafforzamento della prevenzione e della repressione delle attività illecite.

Le imprese sane, invece, devono assumere un ruolo attivo nel rifiutare qualsiasi forma di rapporto commerciale con le imprese mafiose e collaborare con le istituzioni per denunciare qualsiasi tentativo di infiltrazione criminale.

Infine, anche i cittadini possono fare la loro parte, attraverso un’attenzione costante alle attività commerciali presenti sul territorio, un’adesione attiva alle politiche di contrasto alla criminalità organizzata e una maggiore consapevolezza dei rischi rappresentati dall’impresa mafiosa.

Solo attraverso un impegno congiunto e coordinato, sarà possibile sconfiggere l’impresa mafiosa e tutelare l’economia legale del nostro paese.