Reggio Calabria nella parte bassa della classifica del “Ben Vivere”
Reggio Calabria, la bellissima città situata sullo Stretto di Messina, si trova purtroppo a una posizione poco invidiabile nella classifica del “Ben Vivere” del 2023. Questo è il risultato di un nuovo studio che mette in evidenza le sfide che questa città affronta per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini.
Secondo il “Rapporto sul Ben Vivere delle Province Italiane 2023,” presentato nel corso del Festival Nazionale dell’Economia Civile a Firenze, Reggio Calabria si colloca al penultimo posto nella lista delle 107 province italiane considerate nel report. Questo posizionamento impiede la città di godere appieno dei benefici di una buona qualità della vita, e l’unica provincia che la supera in questa graduatoria è Crotone, che si piazza all’ultimo posto nazionale. In altre parole, secondo questo studio, in riva allo Stretto si vive peggio rispetto a tutte le altre province italiane.
Dall’analisi dei dati emerge che, al contrario, le città come Bolzano, Pordenone e Prato sono considerate i luoghi migliori in cui vivere. Le città come Milano, Firenze, Siena, Trento, Ancona e Bologna seguono da vicino, garantendo ai loro residenti una migliore qualità di vita rispetto a Reggio Calabria.
Questo risultato potrebbe apparire come un paradosso, considerando che Reggio Calabria è celebre per la sua bellezza paesaggistica, con uno straordinario panorama che si affaccia sullo Stretto di Messina. Tuttavia, sembra che ci siano sfide significative legate alla qualità della vita nella città che necessitano di soluzioni urgenti, soprattutto quando si tratta dei servizi offerti ai cittadini.
Il “Rapporto sul Ben Vivere delle Province Italiane 2023” è stato realizzato da un team composto da Leonardo Becchetti, Dalila De Rosa e Lorenzo Semplici, in collaborazione con la Scuola di Economia Civile, il quotidiano Avvenire e con il contributo di Federcasse e Confcooperative. Le nuove classifiche presentate nel rapporto mettono in luce che, nonostante alcune eccezioni, non sono stati registrati miglioramenti significativi nelle macro-aree del paese rispetto all’anno precedente. Il divario tra il Sud, il Centro e il Nord Italia rimane sostanzialmente invariato, con il Sud che continua a cercare di recuperare terreno rispetto alle altre regioni.