Report annuale sulla qualità della vita nelle città calabresi, la rinascita di Catanzaro e Vibo Valentia, e le complessità persistente di Crotone
L’attesa indagine annuale condotta dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle città italiane ha giunto alla sua trentaquattresima edizione, evidenziando alcuni cambiamenti significativi e confermando dinamiche consolidate. Una delle novità più sorprendenti è la prima posizione conquistata da Udine, seguita da Bologna e Trento, mentre Foggia si attesta nuovamente all’ultimo posto, evidenziando una difficoltà persistente per le città del Sud nel migliorare la propria collocazione.
La Calabria, purtroppo, non fa eccezione a questa tendenza, con i suoi cinque capoluoghi di provincia ancorati nelle ultime 16 posizioni di una classifica che comprende 107 città italiane.
Nello specifico, Reggio Calabria, Cosenza e Crotone occupano rispettivamente le posizioni 101, 102 e 103 della classifica generale. Rispetto all’anno precedente, Crotone evidenzia una salita di 4 posizioni, Reggio Calabria guadagna una posizione, con l’indicatore “Giustizia e sicurezza” che la coloca addirittura al 26º posto, controcorrente rispetto agli altri indicatori decisamente più negativi. Al contrario, Cosenza registra un preoccupante calo di 7 posizioni.
Il risultato più incoraggiante è da attribuire a Catanzaro, che scala la classifica di 4 posizioni, raggiungendo il 91º posto. Inoltre, Vibo Valentia registra un aumento di 7 posizioni, posizionandosi al 96º posto della classifica del Sole 24 Ore. Tuttavia, è importante notare che Vibo Valentia ottiene un risultato poco lusinghiero come la città con il maggior numero di furti con strappo denunciati su 100mila abitanti.
Analizzando alcuni aspetti specifici, Catanzaro si colloca al quarto posto per i furti in abitazione, Cosenza al sesto per i delitti informatici, Reggio Calabria in testa per la percentuale di incidenza dei finanziamenti sul reddito medio dichiarato. Infine, Crotone si distingue ottenendo il primo posto in Italia per il numero di spettatori ogni mille spettacoli.
La metodologia utilizzata per la classifica si basa su un totale di 90 indicatori suddivisi in sei macrocategorie: Ricchezza e consumi; Affari e lavoro; Giustizia e sicurezza; Demografia e società; Ambiente e servizi; Cultura e tempo libero. Questa ampia gamma di indicatori offre una panoramica completa della situazione, consentendo di comprendere le molteplici sfaccettature che contribuiscono alla qualità della vita nelle città calabresi.
LEGGI ANCHE: La qualità della vita in Calabria: Crotone fanalino di coda