Maria Chindamo triturata e data in pasto ai maiali

Maria Chindamo
Maria Chindamo

L’imprenditrice Maria Chindamo fu uccisa e data in pasto ai maiali“. Così, Antonio Cossidente, pentito e collaboratore di giustizia di Potenza, ha dichiarato alla DDA di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri.

Cossidente avrebbe raccontato che Maria Chindamo sarebbe stata fatta a pezzi con un trattore o data in pasto ai maiali a causa del suo rifiuto a cedere i propri terreni di Limbadi al confinante Salvatore Ascone.

L’imprenditrice di Laureana di Borrello (Rc), 42 anni, era scomparsa il 6 maggio 2016 dalla sua tenuta agricola di Limbadi (VV) e non si era saputo più nulla.  Del caso se ne era occupato anche Chi l’ha visto?

Cossidente era detenuto in carcere con altro collaboratore di giustizia, Emanuele Mancuso, legato al clan di Limbadi fra i più potenti della ‘ndrangheta calabrese. Mancuso avrebbe fatto la confidenza a Cossidente dichiarando che avrebbero ucciso la giovane donna e poi data in pasto ai maiali a causa del suo rifiuto alla pretesa del clan.

La data del 6 maggio non sarebbe causale in quanto, un anno prima del delitto, il marito della Chindamo si era tolto la vita. Poiché la moglie lo aveva lasciato, Ferdinando Punturiero, si era impiccato pochi giorni dopo che la separazione. In questo modo, il clan avrebbe voluto far ricadere la colpa alla famiglia del marito della vittima, per vendetta.

Le dichiarazioni di Cossidente sono ora al vaglio della DDA di Catanzaro alla guida di Nicola Gratteri.

Dopo anni, si apre così una nuova pagina di questa tragica vicenda nella quale una famiglia attende di conoscere la verità e avere una tomba sulla quale piangere. La vittima lascia tre figli e ora uno spiraglio di ottenere giustizia.

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