L’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto condannato per bancarotta fraudolenta: 3 anni e 6 mesi di reclusione

Mario Occhiuto
Mario Occhiuto

Mario Occhiuto, l’ex sindaco di Cosenza, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta. L’architetto, attuale senatore di Forza Italia, è accusato di aver deviato 2 milioni di euro da una società di progettazione di cui era amministratore, la quale è poi fallita nel 2014. La sua stessa sorella era stata già condannata in precedenza per gli stessi fatti.

La sentenza inflitta a Mario Occhiuto prevede tre anni e sei mesi di reclusione, con il divieto di svolgere attività imprenditoriali per tre anni e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. La pubblica accusa aveva richiesto una pena più severa, ovvero quattro anni di reclusione. Il processo riguardava le vicende turbolente della Ofin srl, una società di progettazione edile che è andata in fallimento nel 2014 e di cui Occhiuto era stato amministratore fino a tre anni prima.

L’accusa della Procura sostiene che, prima del dissesto finanziario, siano stati deviati ripetutamente fondi dall’azienda, per un totale di tre milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, poco più di due milioni erano stati trasferiti nelle casse di altre due società, Feel e Zenobia, sempre legate all’architetto cosentino. Le restanti presunte distrazioni riguardano quattro immobili, due appartamenti e due magazzini.

Nell’aula del tribunale, i sospetti hanno trovato conferma, almeno per il momento, poiché questa è solo una sentenza di primo grado. In precedenza, la sorella di Mario Occhiuto, Annunziata Occhiuto, era stata condannata per gli stessi fatti a un anno e quattro mesi di reclusione dopo aver scelto di essere giudicata in abbreviato. Inizialmente, nell’inchiesta era coinvolto anche Carmine Potestio, ex capogabinetto di Occhiuto durante il suo primo mandato da sindaco, ma la sua posizione è stata successivamente archiviata poiché ritenuto estraneo ai fatti. La curatela fallimentare della Ofin ha costituito parte civile e l’avvocato Valerio Vetere ha rappresentato i loro interessi in aula. I giudici hanno disposto un risarcimento da quantificare in sede civile. A difendere l’imputato c’era l’avvocato Nicola Carratelli.

La sentenza è stata pronunciata alle 21:30 dopo diverse ore di camera di consiglio. Occhiuto ha atteso in aula la lettura del verdetto e, durante l’udienza, si è dichiarato innocente. Ha sostenuto che la crisi finanziaria della Ofin è stata causata dal mancato recupero di numerosi crediti vantati dalla società. Secondo lui, la mancanza di queste entrate ha poi portato alla situazione di dissesto. La questione sarà ripresa in Appello.