CALTANISSETTA, 19 LUG 2023 – Matteo Messina Denaro, il famigerato boss della mafia, è stato condannato all’ergastolo per il suo coinvolgimento negli attentati devastanti del 1992. Questi atti efferati hanno causato la morte di figure di spicco come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, la moglie di Falcone e i loro devoti scortatori. La conferma della condanna di Denaro, che era stata inizialmente emessa nel primo processo, giunge proprio il 19 luglio 2023, a distanza di solenni 31 anni dalla strage di Via D’Amelio. La sentenza: ergastolo.
La Corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta dal giudice Maria Carmela Giannazzo, ha confermato la condanna all’ergastolo per Matteo Messina Denaro. È accusato di essere uno dei mandanti dietro i famigerati attentati di Capaci e Via D’Amelio. Questa decisione conferma la richiesta avanzata dai pubblici ministeri Antonino Patti, Fabiola Furnari e Gaetano Bono, che hanno instancabilmente cercato giustizia per le vittime. Messina Denaro ha scelto ancora una volta di astenersi dal comparire in tribunale, una decisione che ha mantenuto anche durante la lettura della sentenza.
Nella mattinata di mercoledì 19 luglio, nell’ultima udienza prima della sentenza del processo d’appello, Matteo Messina Denaro ha scelto di non comparire in aula. In sua vece, il tribunale aveva predisposto una videoconferenza dal carcere de L’Aquila, dove Denaro sta scontando l’ergastolo dal gennaio scorso. Il procuratore Antonino Patti, nella sua requisitoria conclusiva, ha chiesto la conferma della condanna.
L’avvocato d’ufficio di Denaro, Adriana Vella, aveva invece chiesto l’assoluzione dell’imputato. Dopo l’arringa, Messina Denaro ha persino scritto un telegramma per esprimere la sua ammirazione nei confronti della sua difesa legale e richiedere una conversazione telefonica, che però non si è mai realizzata. Adriana Vella, commentando la sentenza, ha dichiarato: «La sentenza è stata pronunciata e, come tale, deve essere rispettata. Tuttavia, in base al nostro ordinamento, resta la possibilità di impugnarla. Dobbiamo conoscere le motivazioni di questa condanna, ma rimane ferma la mia convinzione che non vi siano elementi sufficienti per ritenere confermata la responsabilità di Matteo Messina Denaro nella pianificazione degli attentati, compresi quelli di Capaci e Via D’Amelio, che sono oggetto di questo processo».
Sull’assenza dell’imputato, Vella ha aggiunto: «Non dobbiamo dimenticare che Matteo Messina Denaro è affetto da una grave malattia oncologica, sta male e credo che anche le sue condizioni di salute non gli abbiano consentito di partecipare alle udienze. Non ho mai avuto modo di parlare con lui. Ho ricevuto solamente un telegramma in cui mi chiedeva se ero disponibile a un colloquio telefonico, che comunque non si è mai svolto e delle cui ragioni non sono a conoscenza».
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