Il tema dei migranti continua a far capolino nella pagine dei giornali nonostante le notizie predominanti riguardino sempre più il virus del Covid-19. Le ultime storie sono però legate a bimbi nati inconsapevolmente nella parte sbagliata del mondo. Bimbi che in altre realtà, magari legate al consumismo e al benessere, avrebbero avuto destini decisamente diversi.
Condannato a 22 anni per avere ucciso un migrante nel 2018
La Corte di Assise di Catanzaro ha condannato a 22 anni di reclusione Antonio Pontoriero per l’omicidio volontario di Soumayla Sacko.
Il fatto risale al 2 giugno 2018, data in cui il bracciante di origine maliana e sindacalista Usb era stato freddato a colpi di fucile presso una fabbrica abbandonata a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia. Il giovane di appena 29 anni si era recato con un amico sul posto per recuperare delle lamiere di ferro al fine di costruire un riparo di fortuna presso la baraccopoli di San Ferdinando (RC).
Pontoriero di fatto considerava sua l’area dell’ex Fornace e mal sopportava le irruzioni nel luogo pressoché abbandonato e fatiscente.
I reati contestati sono: omicidio volontario, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e munizioni.
Successivamente, Soumayala Sacko fu trasferito nel suo villaggio nel Mali dove fu sepolto. Il giovane bracciante era però anche padre di una bimba di 5 anni che non potrà più abbracciare il papà. Orfana a causa di una tragedia legata a una storia di povertà, migrazione e razzismo. Un padre che non vedrà mai crescere sua figlia.
Naufragio in mare: tra i migranti morti c’è un bimbo di 6 mesi
A fianco alla notizia di giustizia, ma anche di una bimba vittima dell’ignoranza, si affianca quella di un mezzo di fortuna nautico affondato nel mediterraneo. Tra i migranti c’è un corpicino che galleggia in mare: un bimbo appena nato.
Il naufragio di un gommone è avvenuto al largo delle coste libiche: a bordo c’erano circa 100 persone.
A bordo c’era anche un bimbo che si chiamava Joseph e veniva dalla Guinea. Lo comunica Open Arms su Twitter attraverso una “rettifica”. Infatti, l’Ong spagnola aveva parlato inizialmente di una bimba di 6 mesi tra le sei migranti morti e non di un bambino.
Cambia poco ovviamente in questa tragedia avvenuta nella tarda giornata di mercoledì nel mediterraneo. Bimba o bimbo è comunque un’infanzia negata.
Il neonato era stato soccorso da Open Arms ma, come scrive la Ong in un tweet, “nonostante gli enormi sforzi dell’equipe medica, è venuto a mancare”. “Avevamo chiesto per i casi gravi un’evacuazione urgente da effettuare tra breve – ha aggiunto l’organizzazione -, ma non ce l’ha fatta ad aspettare. Siamo addolorati“.
Una bella canzone che parla di adulti che sono stati bambini e sembrano vite diverse. La cosa più triste è che ci sono bambini che non invecchieranno mai.
Quando la morte di migranti diventa la festa di infelici