Morte Denis Bergamini, la sorella: fu la ‘ndrangheta

Bergamini
Foto pubblicata sul profilo social di Donata Bergamini (fonte: Facebook)

Molti i messaggi di solidarietà verso Donata Bergamini, sorella del calciatore Denis Bergamini, morto in circostanze misteriose, a soli 29 anni, quando giocava per la squadra di calcio del Cosenza, nel 1989. La donna ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lettera aperta al Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, al fine di ottenere giustizia per la morte prematura del fratello.

La morte di Denis Bergamini

Il 18 novembre 1989 Bergamini fu trovato morto sulla strada statale 106 a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. A travolgerlo fu un camion, secondo alcuni testimoni, tra cui la fidanzata Isabella Internò.

Si pensò a un suicidio, inizialmente, e l’indagine fu archiviata, ma l’ipotesi di sucidio non è mai stata accettata poichè poco credibile da familiari e amici anche perchè il corpo non evidenziava ferite compatibili a un incidente come descritto negli atti.

Secondo la famiglia Bergamini le indagini furono chiuse troppo presto lasciando in sospeso troppi punti interrogativi. Non avendo mai creduto al suicidio del ragazzo, i familiari hanno sempre chiesto chiarezza e giustizia per una morte così atroce. Ma anche la tifoseria cosentina ha organizzato manifestazioni e continua a creare altre occasioni affinché la verità possa essere rivelata per chiarire e chiudere una vicenda così tragica.

Il 14 giugno 2011, venne richiesta la riapertura dell’inchiesta da rubricare come omicidio volontario. Il 29 giugno 2011 la procura di Castrovillari riaprì ufficialmente le indagini in virtù di nuove prove.

Il 22 febbraio 2012, i RIS di Messina depositarono presso la Procura di Castrovillari la perizia secondo la quale non poteva essere stato un suicidio, come raccontato dalla fidanzata, Isabella Internò. Infatti, nel 2013, alla ragazza venne notificato un avviso di garanzia per omicidio.

Nel 2017, si riaprirono le indagini e il GIP di Castrovillari dispose la riesumazione della salma per una autopsia. Dalle analisi effettuate, Bergamini sarebbe morto per soffocamento e poi gettato sotto il camion.

Ma i colpevoli non sono stati identificati.

Negli anni si è anche parlato del rapporto conflittuale con la ex fidanzata, di un aborto effettuato a Londra e di accuse rivolte anche all’attuale marito della donna che ha sempre sostenuto la versione del suicidio dell’ex fidanzato.

La lettera aperta della sorella di Donata Bergamini a Nicola Gratteri

Caro Procuratore Nicola Gratteri,
Ho seguito come tantissimi le vicende relative alla “ maxi operazione “ che ha portato all’arresto di oltre 330 persone su tutto il territorio italiano.

Ho letto tutte le sue pubbliche denunce contro la massoneria, la politica ed anche la magistratura collusa con esse. Ho visto anche le sue accuse contro la stampa, a suo dire anch’essa collusa con la Ndrangheta.
Le condivido tutte signor Procuratore ma lei non mi piace ed ora le spiego perchè.
Intanto le dico chi sono
.
Mi chiamo Donata Bergamini ed appartengo ad una famiglia, una volta benestante, di Boccaleone di Argenta.
Da trent’anni seguo le vicende giudiziarie calabresi non per un’ eccentrica passione ma semplicemente perché esattamente trent’anni fa mio fratello Denis, brillante calciatore del Cosenza, fu barbaramente ucciso. Il suo omicidio venne fatto passare per incidente e poi per suicidio, anche grazie all’operato non proprio diligente di alcuni suoi colleghi.
Non venne disposta subito un’ autopsia e coloro che avevano recuperato i suoi vestiti morirono misteriosamente in un incidente stradale prima che potessero restituirceli.
Per questo io penso che mio fratello sia stato ucciso anche dalla Ndrangheta.
Dopo tutti questi anni, grazie al mio avvocato ed al Procuratore Facciolla, sono almeno riuscita a dimostrare quella verità che da sempre sapevo ma da sempre era stata negata. Indagini medico legali complesse ma che non danno scampo ai depistaggi. Fu un omicidio.
Lo dovevo a Denis e lo devo ai miei genitori cui è stato ammazzato un bellissimo e fantastico figlio. Il verdetto dell’incidente probatorio è stato questo.

Lei non mi piace proprio semplicemente perché la invidio.
Sì la invidio perchè lei non ha bisogno dei processi e delle sentenze come tutti gli altri P.M.
Lei ha dichiarato di voler smontare la Calabria pezzo per pezzo ma non si occupa dell’assassinio di Denis Bergamini.
Noi, normali cittadini, dobbiamo superare mille difficoltà anche per dimostrare ciò che è ovvio, impegnare fino all’esaurimento ogni risorsa economica e fisica.
Noi, vittime, dobbiamo inchinarci al rispetto delle regole di garanzia giustamente riconosciute a coloro che riteniamo responsabili della morte del nostro caro Denis.
Lei no. Ciò che dice, ogni sua parola, non è solo sentenza ma è legge.
Lei non ha bisogno, come noi, di attendere l’esito dei processi.
Caro Procuratore Gratteri, se un domani si dovesse candidare a Ministro o Premier, stia sicuro che io la sosterrò perchè cosi, magari, avrò giustizia per mio fratello.
Forse non funziona esattamente cosi ma sono sicura che a Lei tutto sarà permesso, anche occuparsi dell’assassinio di quel povero bellissimo ragazzo.
Io sono ignorante. Una semplice ragioniera. Mi piace pensarla cosi.
Lei non mi piace perchè la invidio ma solo perchè non Si occupa di Denis.
Lei può; Lei può tutto oggi. Almeno così sembra.
A me, comunque basterebbe soltanto che il Procuratore Facciolla fosse lasciato libero di lavorare in pace. Tutto qui.
Io conosco la verità ma voglio portarla in un aula di giustizia rispettando le regole e le procedure. Perchè continuo a crederci nonostante tutto
Sua
Donata Bergamini
https://www.facebook.com/donata.bergamini/posts/3389133721113374

Un ricordo che resiste negli anni

Un ex calciatore, Carlo Petrini, ha anche scritto un libro al fine di far luce su questo fatto inquietante legato al mondo del calcio calabrese e la curva sud dello stadio di calcio di Cosenza, Gigi Marulla, è dedicata proprio a Bergamini. Se negli atti la verità è ancora da accertare, l’affetto per questo sfortunato ragazzo e il ricordo della tragedia resistono al passare del tempo.