Morti sul lavoro in cantiere a Crotone: via al processo

Morti sul lavoro
Morti sul lavoro, cantiere Crotone

I familiari di una vittima: “Rischio di tempi lunghi, puntiamo sul civile”

C’è attesa per il via al processo in programma mercoledì mattina in Tribunale a Crotone per la tragedia sul lavoro costata la vita, il 5 aprile 2018, a tre operai travolti dal crollo di un muro durante i lavori di ampliamento del lungomare in viale Magna Grecia a Crotone.

Giesse Risarcimento danni, gruppo specializzato in responsabilità civile e risarcimento di infortuni mortali a cui si sono affidati la moglie, i fratelli e la sorella di Petru Dragos Chiriac, ha scelto di comune accordo con loro di non partecipare al processo penale, intraprendendo invece, tramite i propri legali fiduciari, un’autonoma causa civile.

«Con tutta probabilità la vicenda penale richiederà tempo per la definizione – spiegano Andrea Rubini e Anselmo Vaccaro della sede Giesse di Catanzaro – I familiari del nostro assistito avendo perso la figura di riferimento, anche in termini di sussistenza economica, non possono attendere la fine della vicenda penale, la quale, rammentiamo, ha lo scopo di accertare le responsabilità, peraltro già emerse in modo chiaro nel corso delle indagini, e di punire coloro che se ne sono macchiati.

Per questi motivi, tramite i nostri legali fiduciari, abbiamo deciso di intraprendere, ancor prima dell’inizio del processo penale, un’autonoma causa civile nella quale i familiari potranno ottenere il giusto risarcimento dai responsabili di questa sciagura”.

L’esito del procedimento penale appare scontato, dopo che i periti incaricati dalla Procura, gli ingegneri Maurizio Ponte e Mariano Bruno, si sono entrambi espressi, nel corso dell’incidente probatorio disposto dal GIP dott. Ciociola, evidenziando come cause del crollo, oltre “all’assenza di una struttura di fondazione” del muro, anche “una locale azione di scalzamento al piede avvenuta per rimozione del basamento e per le operazioni di scavo in atto al piede del muro al momento del collasso”, entrambi fattori che “hanno determinato una condizione di perdita dell’equilibrio del muro stesso”.

Alle stesse conclusioni erano giunti anche gli ingegneri Fausto Basile Carelli e Francesco Sapia, periti fiduciari di Giesse, oltre a quelli incaricati dal PM dott. Corvino.

«Naturalmente speriamo che i responsabili vengano puniti per questa assurda morte che, con l’adozione di semplici ed opportuni accorgimenti di sicurezza, si sarebbe potuta evitaresottolinea Cristina, sorella di Dragos PetruSperiamo anche che ciò avvenga in tempi ragionevoli per evitare il rischio della prescrizione che, spesso, è il temuto esito di processi relativi a infortuni sul lavoro mortali che vede coinvolta una pluralità di indagati e responsabili.