33 arresti effettuati, alcuni in Calabria, mentre i proventi del narcotraffico vengono inviati in Cina
ROMAM 4 OTT 2023 – In un’ampia operazione che si è estesa in diverse regioni d’Italia, la Guardia di Finanza di Roma ha eseguito mandati di arresto contro 33 individui coinvolti in una complessa rete di traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro. Questa operazione ha scosso il mondo criminale, colpendo coloro che cercavano di riciclare proventi illeciti e trasferirli in Cina.
Le accuse
Gli individui sottoposti ad arresto sono accusati di far parte di una rete criminale organizzata impegnata nel traffico di droga, nel riciclaggio di denaro, nell’estorsione, nell’autoriciclaggio e nel possesso illegale di armi. Dei 33 individui, 22 sono stati incarcerati, mentre 11 sono agli arresti domiciliari. Questa operazione ha radici in varie province, tra cui Roma, L’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso.
L’indagine
L’indagine rivela un piano ben orchestrato in cui cittadini cinesi residenti a Roma hanno sistematicamente riciclato profitti illegali guadagnati da diversi gruppi criminali coinvolti nel traffico di stupefacenti, comprese operazioni internazionali. Le attività di riciclaggio del denaro avvenivano all’interno dei locali di aziende apparentemente dedicate all’importazione ed esportazione di abbigliamento e accessori di moda. Queste aziende erano tutte gestite da due comunità familiari cinesi situate nel quartiere Esquilino della capitale. Queste aziende, esistenti solo sulla carta, fungevano da “centri di raccolta” per fondi acquisiti illegalmente destinati a essere trasferiti all’estero, principalmente in Cina, in modo anonimo e non tracciabile.
Questa illecita intermediazione finanziaria, caratterizzata da puntualità, discrezione e sicurezza garantite dalle prestazioni degli individui cinesi coinvolti, si basava sul cosiddetto metodo “Fei Ch’ien”, che significa ‘denaro volante’. Questo metodo implica il trasferimento virtuale del denaro all’estero. Nella pratica, il denaro depositato presso il broker cinese non lasciava fisicamente il paese d’origine. Invece, veniva trasferito solo il “valore nominale” al corrispettivo straniero/broker.
La successiva regolamentazione poteva avvenire attraverso vari mezzi, compresi corrieri di valuta, trasferimenti “diretti” frazionati (per aggirare le restrizioni anti-riciclaggio) o tramite trasferimenti di denaro basati su transazioni commerciali fittizie.
In breve, ecco le fasi chiave del metodo operativo utilizzato:
- Raccolta in contanti dei proventi del narcotraffico: I proventi illeciti derivanti dal traffico di stupefacenti venivano inizialmente raccolti in contanti presso un’azienda cinese di copertura.
- Assegnazione di codici convenzionali: Al momento del deposito e del conteggio del denaro, venivano assegnati codici convenzionali precedentemente concordati tra le parti coinvolte.
- Trasferimento dei fondi all’estero: Prima della pandemia da COVID-19, i fondi venivano trasferiti all’estero dall’Italia mediante l’impiego di corrieri.
- Detrazione di commissioni di riciclaggio: Veniva applicata una commissione per i servizi di riciclaggio di denaro, la quale veniva sottratta attraverso intermediari noti come “spalloni.”
- Regolamentazione finanziaria post-pandemia: Dopo la pandemia, la regolamentazione finanziaria avveniva mediante pagamenti che utilizzavano documenti fiscali falsi o attraverso transazioni complesse coinvolgenti operatori cinesi in diverse regioni, oppure tramite l’utilizzo di servizi di regolamentazione finanziaria forniti da un intermediario specializzato “Fei Ch’ien.”
Queste fasi rappresentano l’approccio adottato da questa rete criminale per riciclare il denaro sporco e gestire il flusso dei fondi illeciti in modo apparentemente legittimo.
Questa operazione sottolinea la determinazione delle agenzie di applicazione della legge nel contrastare reti criminali sofisticate coinvolte nel riciclaggio di denaro e nel traffico di stupefacenti. Essa evidenzia anche l’ampiezza internazionale di tali reti, con collegamenti che arrivano fino in Cina. L’arresto di questi individui rappresenta un passo significativo verso lo smantellamento di questa operazione illecita e la prevenzione di ulteriori danni alla società.