Le navi della Guardia Costiera Dattilo e Corsi recuperano ulteriori 14 corpi dopo il tragico naufragio avvenuto a 120 miglia dalla costa calabrese, il bilancio delle vittime sale a 34, con almeno una trentina di dispersi secondo i superstiti
Il drammatico naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi lunedì scorso continua a lasciare dietro di sé una scia di dolore e tragedia. Le navi Dattilo e Corsi della Guardia Costiera hanno recuperato altri 14 cadaveri, portando il numero totale delle vittime accertate a 34. Le salme, attese domattina al porto di Gioia Tauro, saranno trasportate dalla nave Dattilo, la cui stazza richiede l’attracco presso questo porto.
Tra i sopravvissuti, il cui numero resta fermo a 11, si parla di almeno una trentina di dispersi. Uno dei superstiti ha raccontato una testimonianza straziante: gli scafisti avrebbero chiesto 30 euro per una bottiglia d’acqua a una donna in evidente stato di gravidanza, che purtroppo non è sopravvissuta.
L’arrivo dei 14 cadaveri rappresenta un ulteriore, triste capitolo di questa tragedia. Le autorità locali e le organizzazioni di soccorso stanno collaborando per garantire una gestione dignitosa delle salme e per fornire supporto ai sopravvissuti, ancora profondamente scossi dall’esperienza vissuta. La comunità di Roccella ha già vissuto momenti di grande commozione con l’arrivo delle salme di otto bambini, vittime anch’essi di questo terribile naufragio.
Le storie dei superstiti non smettono di commuovere e indignare. La piccola Nalina, arrivata in Italia senza i suoi genitori e fratellini, ha potuto abbracciare gli zii venuti dalla Svezia. La famiglia della bambina era felice di venire in Italia, ma purtroppo il viaggio si è trasformato in una tragedia. Gli zii, distrutti dal dolore, raccontano di come l’intera famiglia fosse entusiasta all’idea di una nuova vita in Europa.
Questa ennesima tragedia del mare mette in luce, ancora una volta, la disperazione e i rischi affrontati dai migranti nel loro disperato tentativo di cercare una vita migliore. Le istituzioni e le organizzazioni umanitarie sono chiamate a riflettere e ad agire per evitare che simili tragedie continuino a ripetersi.
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