“Tante bare, tanta, troppa sofferenza. Tanti bambini hanno perso la vita. La mente si rifiuta di pensare che l’uomo possa esser capace di delineare confini e costruire mura di egoismi farciti di pseudo civiltà. Sale dal profondo del cuore una richiesta di aiuto e di perdono per tutti per le chiusure del cuore”. È quanto dichiara Lorenzo Festicini, presidente Istituto INA in una nota stampa.
“Nella notte della prima domenica di Quaresima, – prosegue il presidente Istituto INA – l’ennesima tragedia di migranti morti, vittime non del mare in burrasca ma dell’avidità di trafficanti di vite umane, sfruttatori di uomini e donne in cerca di una speranza per la vita propria e dei loro figli”.
“Anche il nostro Istituto INA – si legge ancora nella nota – non può tacere davanti al tragico naufragio avvenuto il 26 febbraio scorso sulle coste della nostra Calabria. 63, al momento, le vittime accertate. Le persone a bordo dell’imbarcazione che ha fatto naufragio al largo di Crotone: più di 100, provenienti da Iraq, Afghanistan, Siria e Iran”.
“Ci uniamo – proseguono dall’Istituto INA – alla voce dei Vescovi: «Siamo solidali e vicini con la preghiera alle vittime di questa tragedia e a tutti coloro che si stanno prodigando per accogliere i sopravvissuti “ Il Presidente Cav. Dott. Lorenzo Festicini dice: ‘Sono donne e uomini che fuggono dalla guerra, dalla miseria. Affrontare un viaggio come quello che è terminato così drammaticamente sulle coste della nostra terra Calabrese è una scelta disperata. Che questa disperazione sia sfruttata senza alcuna considerazione per la vita di queste vittime è intollerabile’ “.
“Alle Istituzioni – conclude la nota stampa dell’istituto INA – e a ogni forza politica chiediamo di non voltarsi. Ma di aiutare le persone, prima che i popoli, a vivere una vita serena. Servono carità, cooperazione internazionale, rispetto per la vita umana, tutela dei diritti umani”.
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