Sequestro beni, società e una motonave per un valore di 180mila euro a presunto affiliato del clan Arena, già condannato nell’inchiesta “Jonny” per traffici illeciti legati all’accoglienza migranti e alle scommesse online
ISOLA CAPO RIZZUTO (KR), 31 OTT 2024 – Questa mattina, un’operazione congiunta delle forze dell’ordine ha portato all’esecuzione di un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Catanzaro, nei confronti di un presunto affiliato al clan mafioso Arena, attivo nella zona di Isola Capo Rizzuto. L’operazione, condotta dal Servizio Centrale I.C.O. e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, con il supporto del Comando Provinciale di Crotone, ha portato al sequestro di beni dal valore complessivo di oltre 180 mila euro.
Il sequestro riguarda le quote di partecipazione di due società, il patrimonio aziendale di una delle imprese coinvolte, una motonave e una polizza vita, riconducibili a un soggetto ritenuto “pericoloso” e accusato di appartenenza all’associazione mafiosa, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 159/2011. La persona interessata dal provvedimento era già stata condannata nel procedimento penale noto come “Jonny”, che ha svelato i complessi legami del clan Arena, attivo tra il 2002 e il 2019, nel monopolizzare i proventi legati ai servizi per i migranti.
L’indagine “Jonny” aveva ricostruito come, in passato, le cosche crotonesi, storicamente in conflitto, abbiano stipulato una sorta di “pax mafiosa” per spartirsi i fondi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti, in particolare quelli legati alle forniture per il Centro di Accoglienza Sant’Anna a Isola di Capo Rizzuto. Le attività economiche, spesso sostenute da fatturazioni fittizie, avevano permesso al gruppo di appropriarsi di ingenti risorse finanziarie. Inoltre, la DDA aveva evidenziato come il clan avesse consolidato una posizione dominante nel settore delle scommesse online e nel noleggio illecito di apparecchi per il gioco d’azzardo.
Il provvedimento cautelare, adottato ex articolo 20 del Decreto Legislativo 159/2011, è stato emesso dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catanzaro ed è frutto di approfondite indagini economico-patrimoniali condotte dalla DDA di Catanzaro. Gli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) della Guardia di Finanza, con il supporto del Servizio Centrale I.C.O., hanno analizzato in dettaglio la situazione reddituale del destinatario del sequestro e dei suoi familiari, mettendo in luce una rilevante sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati.
Il sequestro dei beni è stato disposto in via anticipata e sarà oggetto di ulteriori valutazioni nel corso del procedimento di prevenzione, che dovrà confermare la sussistenza delle condizioni per una eventuale confisca definitiva.
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