Neonata rapita a Cosenza: scarcerato il marito di Rosa Vespa

polizia, sacro cuore di cosenza
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Neonata rapita in una clinica di Cosenza, Rosa Vespa confessa: ‘Ho agito da sola’, scarcerato il marito ingannato dalla finta gravidanza

È stato scarcerato il 43enne Aqua Moses, marito di Rosa Vespa, la donna accusata di aver rapito la neonata Sofia nella clinica “Sacro Cuore” di Cosenza. Moses, originario del Senegal, è stato ritenuto completamente estraneo alla vicenda dal giudice per le indagini preliminari, che ha preso la decisione dopo l’interrogatorio di garanzia tenutosi nel carcere di Cosenza. La moglie, durante l’udienza, ha confessato di aver agito da sola, scagionando il marito, ignaro del rapimento e della finta gravidanza portata avanti dalla donna.

Secondo quanto dichiarato dall’avvocato di Moses, Gianluca Garritano, l’uomo era totalmente all’oscuro del piano della moglie, che per mesi gli aveva mostrato un pancione falso. “È sconvolto, non sospettava nulla”, ha dichiarato il legale, confermando la buona fede del 43enne.

Rosa Vespa, 51 anni, aveva simulato per nove mesi una gravidanza, inventando anche la nascita di un bambino, Ansel, e celebrandola con una festa organizzata in casa. La donna ha spiegato al giudice di aver finto tutto per un’ossessione: il desiderio di un figlio. La stessa Vespa avrebbe preparato una falsa lettera di dimissioni dall’ospedale per convincere il marito dell’autenticità del parto.

Nonostante il tentativo di giustificare il suo gesto, Vespa non ha saputo spiegare il motivo del rapimento. Durante l’interrogatorio, ha fornito dettagli parziali sulla dinamica dell’accaduto, mentre il suo legale, Teresa Gallucci, ha richiesto una perizia psichiatrica per valutare le sue condizioni mentali.

La piccola Sofia è stata rapita martedì scorso, appena un giorno dopo la nascita. Secondo la ricostruzione delle autorità, Rosa Vespa si era introdotta nella clinica fingendosi una puericultrice e aveva prelevato la neonata con l’aiuto del marito, ignaro della vera natura del gesto. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso i due mentre lasciavano la struttura: lei con la bambina in braccio, lui con un ovetto.

La Polizia ha rintracciato la coppia poche ore dopo in un’abitazione addobbata per celebrare la nascita di un maschietto. Rosa Vespa, alla vista degli agenti, ha indicato la stanza dove si trovava Sofia, restituendola senza opporre resistenza. Durante il blitz, il marito ha mostrato incredulità, mentre alcuni ospiti erano presenti per i festeggiamenti.

Sofia è tornata tra le braccia della madre, Valeria Chiappetta, che ha ringraziato pubblicamente le forze dell’ordine per la rapidità con cui hanno risolto il caso. “Ci avete restituito la nostra bambina. Non dimenticherò mai cosa avete fatto per noi”, ha scritto sui social, accompagnando le sue parole con una foto della neonata e del fratellino.

Anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e la premier Giorgia Meloni hanno espresso gratitudine alle forze dell’ordine per il lavoro svolto, sottolineando l’importanza della collaborazione tra cittadini e istituzioni.

Il caso ha riacceso i riflettori sulle misure di sicurezza delle strutture sanitarie. Saverio Greco, legale rappresentante della clinica, ha assicurato che il sistema di videosorveglianza ha permesso di identificare subito i responsabili, ma ha ammesso la necessità di rivedere i protocolli di accesso. “Questa vicenda ci spinge a rafforzare ulteriormente i controlli”, ha dichiarato.

Mentre Rosa Vespa resta in carcere in attesa di una decisione sulla richiesta di misure alternative, la piccola Sofia è finalmente a casa, circondata dall’amore della sua famiglia. Un evento drammatico, che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera comunità, si è concluso nel migliore dei modi grazie alla tempestività e all’efficienza delle forze dell’ordine.

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