Il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha rinnovato il suo appello alla RAI per la messa in onda della fiction “Tutto il mondo è paese”.
A Cosenza, è intervenuto alla manifestazione MoviEvento, che si è svolta su iniziativa della Regione e di Calabria Film Commission, e si è espresso ancora una volta circa il veto che l’emittente nazionale ha posto sulla messa in onda della fiction su Riace.
Oliverio ha commentato: “Rinnovo l’appello alla Rai a ripensare al veto posto alla messa in onda della fiction su Riace. In quella produzione c’è il messaggio di una Calabria che accoglie, di una terra che esprime i valori veri della sua gente. Il cinema, in questo senso, è uno strumento importantissimo per presentare al Paese e al mondo la nostra regione per quella che veramente è”.
“Tutto il mondo è paese” bloccato nel 2018 dalla Rai
A luglio 2019, dopo l’ennesima estromissione dai palinsesti, Beppe Fiorello, protagonista della fiction, affermò: “Per l’ex sindaco di Riace il suo modello fa paura”. Seguirono vari appelli affinché i dirigenti Rai trasmettessero la fiction. Veto che, sembra, la Lega caldeggiò.
Già a settembre 2018, la Rai non trovò posto all’interno dei palinsesti, scatenando parole di indignazione provenienti da un Tweet dello stesso Fiorello.
L’attore, nel 2018, aveva commentato ancora più duramente: “Non è la prima volta che una mia fiction viene bloccata, anni fa le foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di Graziella Campagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire” .
Le vicende giudiziarie di Mimmo Lucano in questi mesi hanno generato dubbi circa la messa in onda RAI. Il suo allontanamento da Riace è stato determinante, confermando la scelta a non trasmettere.
Mimmo Lucano, lo scorso luglio, si è espresso così: ” Non mi sorprende per niente e non è certo una novità. Da parte della Lega c’è una chiara censura per sopprimere i messaggi positivi e di speranza. 8 milioni di spettatori avrebbero visto questi messaggi, con l’intenzione di trasmettere un’idea disumana della società. Il nostro modello fa paura a chi vuole seminare odio”.
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