Operazione “CHRYSALIS”: frode fiscale in 5 province tra cui la Calabria

Operazione "CHRYSALIS" a Reggio Emilia
Operazione "CHRYSALIS" a Reggio Emilia

Operazione “CHRYSALIS”, sequestro di società cartiere, tra cui una gestita da un calabrese, frode fiscale e 15 avvisi di garanzia, flussi di denaro in contanti da bonifici bancari coinvolgono cinque province

REGGIO EMILIA, 21 MAR 2024 – Oggi, oltre 40 militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Reggio Emilia, su incarico della locale Procura della Repubblica, hanno avviato un’operazione di sequestro preventivo e perquisizioni personali e locali, nonché informativa di garanzia e diritto di difesa. L’operazione, nota come CHRYSALIS, è frutto della collaborazione tra il Nucleo Investigativo dei Carabinieri e il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, sotto il coordinamento della Procura diretta dal Procuratore Capo Dott. Gaetano Calogero Paci.

Essa ha preso avvio da approfondimenti su un nucleo familiare il cui tenore di vita aveva subito un improvviso miglioramento, con l’acquisto di una residenza di lusso e il possesso di numerose auto di alta gamma.

Le indagini hanno rivelato la creazione di società cartiere intestate a prestanome ma effettivamente gestite da un individuo di origine calabrese con legami con la criminalità organizzata della “Cosca Emiliana“. Queste società hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per un ammontare totale di circa 10 milioni di euro nel periodo 2016-2019.

Le società coinvolte ricevevano regolarmente bonifici bancari che venivano poi prelevati in contanti presso uffici postali e restituiti ai mandanti dei bonifici stessi. In precedenza, erano già stati sequestrati contanti e saldi bancari per un totale di € 69.926,33.

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di sei società cartiere, formalmente impegnate in edilizia, meccanica e commercio di auto, ma in realtà create per emettere fatture fittizie al fine di evadere le imposte sul reddito e l’IVA.

Le misure odierna riguardano cinque società e quindici individui che sono stati, nel tempo, amministratori o rappresentanti legali di queste società, operanti nelle province di Reggio Emilia e Parma.

È emerso che due delle società coinvolte hanno dichiarato nell’arco degli anni fatture inesistenti per oltre 10 milioni di euro nelle loro dichiarazioni IVA e redditi, mentre altre tre società hanno omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi, ottenendo un profitto illecito totale di circa € 2.500.000.

Il sequestro dei beni è stato eseguito sulla base di controlli mirati sui conti correnti delle società e delle ditte coinvolte, considerati come proventi diretti del reato e, per estensione, su beni e valori nelle disponibilità degli indagati fino alla somma evasa.

Contemporaneamente ai sequestri, sono state eseguite sei perquisizioni personali e locali contro i soggetti interessati.

Tutti i quindici indagati sono stati informati di garanzia in relazione alle ipotesi di reato.

Ai sensi del principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza dei soggetti indagati sarà determinata solo da una sentenza irrevocabile di condanna.