Quest’oggi, in una conferenza stampa in versione web, il procuratore di Catanzaro Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e gli inquirenti del comando provinciale dei carabinieri di Crotone e Catanzaro hanno spiegato i dettagli dell’operazione “Farmabusiness”. Quest’ultima ha portato all’arresto, tra gli altri, del presidente del consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini.
Gratteri: «Operazione su famiglia di ‘ndrangheta di serie A”
Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo aver ringraziato gli uomini che hanno potato a termine l’operazione ed essersi detto “felice di lavorare con loro con serenità, professionalità ed affetto”, ha sottolineato l’importanza dell’operazione portata a termine dagli inquirenti. Per di più, ha evidenziato quanto “sia stato importante il lavoro sul campo per arrivare, nelle indagini, a coinvolgere una delle cariche più importanti della Regione”. Inoltre, ha aggiunto che “è stata indagata una famiglia di ‘ndrangheta di serie A, che ha come capostipite Grande Aracri Nicolino”
Vincenzo Capomolla: «Tallini ha facilitato l’iter burocratico per l’autorizzazione alla costruzione del capannone utile per lo smistamento dei farmaci”
Il procuratore aggiunto, dopo l’introduzione di Gratteri, ha spiegato, nei dettagli, il ruolo dell’on. Tallini all’interno dell’indagine. Quest’ultimo avrebbe “facilitato l’iter burocratico per alcune autorizzazioni nei primi mesi del 2014”. Per di più, in cambio, “la cosca lo avrebbe aiutato ad ottenere voti nelle successive elezioni regionali”.
Gli interessi extraregionali della cosca ed il ruolo delle donne
Secondo quanto dichiarato dall’investigatore Antonio Montanaro, la cosca mirava “non solo al controllo del territorio ma ad un avvio di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di farmaci da banco, prodotti parafarmaceutici e prodotti medicinali”. Per di più, dal 2016 sono state “documentate una ventina di farmacie in Calabria, alcune in Puglia e una in Emilia Romagna”. Inoltre, Danilo Cimicata, esponente del comando provinciale dei carabinieri di Crotone, ha sottolineato il ruolo delle donne della cosca. Secondo quest’ultimo, “molti vedono le donne rimaste fuori dal carcere come un punto di riferimento”. Per tale motivo, sono state arrestate sia la moglie che la figlia del capo cosca.