Nell’ambito dell’indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro e dai Carabinieri, denominata “Maestrale-Carthago”, che mira a contrastare le attività criminali dei clan di Zungri, Mileto, Limbadi, Cessaniti e Briatico, sette degli indagati coinvolti nell’operazione hanno ottenuto la concessione della detenzione domiciliare. Tale provvedimento è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, Barbara Borelli, al termine dell’udienza di convalida.
I sette indagati che lasceranno il carcere per beneficiare della misura degli arresti domiciliari sono Domenicantonio Arena, conosciuto come “Mimmo u Zoppu”, 48 anni di Mileto; Paolo Careglio, 38 anni di Briatico; Marco Greco, 48 anni di Briatico; Giuseppe Pugliese, noto come il “Professore”, 72 anni di Spilinga; Francesco Rombolà, soprannominato “Franco U Pala”, 54 anni di Mileto; Leonardo Domenico Vacatello, 54 anni di Bivona; Rodolfo Vacatello, 27 anni di Bivona. Il fermo di questi individui è stato convalidato e sarà applicata la misura degli arresti domiciliari con l’utilizzo di braccialetti elettronici.
Un altro giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Loffredo, è stato chiamato a valutare il decreto di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro. La magistrata ha convalidato il provvedimento e la relativa misura adottata dall’Ufficio di Procura, ma successivamente si è dichiarata territorialmente incompetente, restituendo gli atti alla Dda di Catanzaro. Quest’ultima avrà ora 20 giorni di tempo per richiedere al giudice distrettuale la reiterazione dell’emissione di un’eventuale nuova ordinanza di custodia cautelare.
Complessivamente, nell’ambito di questa indagine, sono indagate 167 persone, accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento personale, procurata inosservanza della pena e falso ideologico, con l’aggravante del metodo mafioso.
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