Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro con il supporto dello Squadrone Carabinieri Cacciatori e il Nucleo Cinofili Carabinieri di Vibo Valentia, nell’ambito dell’Operazione denominata “Oro verde”, al termine di una specifica attività investigativa, hanno localizzato un vivaio, nel comune di Sellia Marina (CZ), all’interno del quale, un’area di 3.000 metri quadrati era stata adibita a piantagione di cannabis con circa 10.000 piante già in stato avanzato di sviluppo.
Il sito si presentava come una serra allestita di tutto punto, con impianto automatizzato per l’irrigazione giornaliera delle piante e ventilatori di grossa potenza per assicurare la circolazione dell’area e il conseguente mantenimento delle temperature e dell’umidità necessari per lo sviluppo della cannabis, in natura presente in particolare negli ambienti con clima tropicale.
L’intervento dei Carabinieri è avvenuto dopo un periodo di osservazione svolto anche grazie allo Squadrone Carabinieri Cacciatori che si muove anche negli ambienti più impervi della Calabria.
All’atto della irruzione dei Carabinieri è stato bloccato un 54enne di Sellia Marina, custode e titolare del vivaio. Lo stesso è stato tratto in arresto per il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti previsto dall’art. 73 DPR 309/90 e punito con la pena della reclusione da 6 a 20 anni.
Gli elementi raccolti dai Carabinieri di Catanzaro fanno propendere per il coinvolgimento del soggetto nell’attività di coltivazione della cannabis in atto nel vivaio.
L’accurata ispezione dei luoghi svolta dai Carabinieri ha permesso di individuare nelle vicinanze della piantagione un’area predisposta per l’essiccamento delle infiorescenze e delle foglie della cannabis per la preparazione della marijuana. Si tratta di uno dei sequestri più significativi effettuati nella provincia negli ultimi anni per quanto concerne la coltivazione di piante di cannabis proibite dalla legge.
Tenuto conto del valore di mercato dello stupefacente in argomento si ritiene che le piante rinvenute avrebbero potuto fruttare un guadagno di circa 9.000.000 € nel mercato all’ingrosso.
Non si escludono interessi anche della criminalità organizzata intorno alla gestione di una così proficua attività illecita.