Cosa accomuna tra loro i poeti presenti, uno studioso, un orafo, un sacerdote vocato alla solidarietà, una giornalista, ossia i premiati di questa edizione? Che relazione può sussistere tra un’istituzione quale la Prefettura ed un concorso di poesia? La risposta è: la dimensione della bellezza. La poesia è disvelamento della bellezza nascosta nelle emozioni profonde dell’umanità, nella realtà della materia, nella vita quotidiana, persino nel dolore. Ma la bellezza – ha proseguito Fortuna tra scroscianti applausi – non è solo nella poesia; affiora anche nello studio appassionato di un ricercatore, nello sforzo di una solidarietà spesso difficile, nell’arte di un orafo, nello sforzo di correttamente comunicare di un giornalista e, persino, nello sforzo di essere cittadini impegnati in un tempo di disillusione. Ed anche se la bellezza può apparire un fenomeno fragile, quasi impalpabile, in realtà è lei che affascina e trasforma le persone e, come dice Dostoevskiy, salverà il mondo. Per questo la bellezza di una poesia, di un impegno professionale ed umano, ha sempre un effetto sociale, ed interessa anche le istituzioni degli uomini”.
È ciò che ha detto il dottor Salvatore Fortuna, viceprefetto di Catanzaro, intervenendo alla premiazione dei vincitori della V edizione del Premio Alda Merini che si è tenuta sabato scorso in un noto albergo cittadino.
Il Viceprefetto ha concluso con una frase di Alda Merini – La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori. Questo verso è divenuto l’augurio formulato dal dirigente prefettizio: Che la “bella fatica” che è il nostro impegno quotidiano possa far cadere le tenebre e possa far emergere la bellezza che è nel cuore delle nostre terre e delle nostre comunità”.
Organizzato dall’Accademia dei Bronzi di Catanzaro, presieduta da Vincenzo Ursini, con il partenariato della Camera di Commercio di Catanzaro diretta da Paolo Abramo, il premio ha assunto ormai una grande notorietà, tant’è che vi partecipano autori di tutta Europa.
“Il nostro concorso – ha detto Ursini – è ormai indissolubilmente legato alla città e rappresenta uno dei momenti culturali più alti della nostra regione. Per questo, nonostante le tante difficoltà economiche, continueremo ad andare avanti con l’umiltà che ci ha sempre contraddistinto, consci di avere dalla nostra parte centinaia di autori che ci seguono con grande attenzione, tutti consapevoli del fatto che al nostro concorso, prima ancora di aspirare ad uno dei tanti premi messi in palio, è importante esserci e condividere analoghi obiettivi per rendere omaggio alla più grande poetessa italiana degli ultimi decenni”.
Questa quinta edizione ha visto la partecipazione di centinaia di poeti provenienti da ogni parte d’Italia, tutti convinti che tale iniziativa rappresenta ormai un evento unico e che il premio è solo uno “strumento” per festeggiare la poesia.
La manifestazione si è aperta con i saluti di Antonio Montuoro. Dopo aver ricordato le popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia, Montuoro ha detto che “il premio “è certamente uno degli avvenimenti culturali più importanti ed ogni avvenimento culturale costituisce di conseguenza un argine alla superficialità della società di oggi”.
Dopo Montuoro ha portato il saluto ai presenti il presidente della Camera di Commercio, Paolo Abramo. “Il premio Merini – ha detto Abramo – rappresenta indubbiamente una vetrina importante per la città di Catanzaro, vista la partecipazione di tantissimi autori provenienti da tutte le regioni. Ecco perché sosteniamo con forza tale iniziativa e lo faremo anche in futuro”.
Un breve ma intenso intervento di saluto è stato indirizzato ai presenti anche da Enzo Ciconte, consigliere regionale e presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro. Ciconte si è impegnato a sostenere tutte le manifestazioni culturali di qualità, come il premio Merini, “perché costituiscono – ha detto – un patrimonio irrinunciabile della nostra terra”.
Si è poi passati alla premiazione dei vincitori. I due premi istituzionali, medaglia del Presidente del Senato e medaglia del Presidente della Camera dei Deputati, sono andati rispettivamente a padre Giuseppe Sinopoli, cappuccino nella Chiesa del Monte di Catanzaro, e all’orafo crotonese Michele Affidato, mentre le targhe di argento per il giornalismo e la solidarietà sono state attribuite ad Annarosa Macrì e a don Paolo Panizza.
“Maestro di arte orafa, – si legge nella motivazione del Premio – Michele Affidato è dotato dello straordinario potere di imprimere ai metalli preziosi l’alito creativo divino che li trasforma da materia informe in autentiche creazioni d’arte nelle quali storia e attualità, passato e presente della Calabria, si compenetrano e modulano con eccellenti risultati. Conosciuto ed affermato a livello nazionale ed internazionale, rappresenta un mirabile esempio di tenacia, impegno, laboriosità ed umanità: doti che esaltano la sana imprenditoria calabrese e danno lustro a Crotone e all’intero Mezzogiorno. Con la sua qualificata presenza ad alcuni dei più prestigiosi eventi cinematografici, religiosi e culturali, nazionali e internazionali, rappresenta senza dubbio un positivo esempio per i giovani della nostra terra e per tutti coloro che intendono intraprendere qualsiasi attività produttiva nel rispetto dell’Uomo delle Istituzioni”.